Il Verona denuncia Bondi per Gilardino

Pastorello: «Il Parma ci deve 12 milioni e non ce li vuol dare. La carta firmata da Sacchi»

Gian Piero Scevola

da Milano

Alberto Gilardino è un caso. Non è un caso calcistico, ma un caso legale. Sul valore di questo giocatore si stanno muovendo e soprattutto stanno litigando due squadre: Verona e Parma. Il Milan è assolutamente al di fuori da questa querelle legale, ma è il Milan il principale attore, quello che ha sborsato al Parma la bellezza di 24 milioni per averlo. Milioni che non sono ancora arrivati al Parma però, l’accordo è biennale, ma a questo punto a mettere il classico bastone tra le ruote è il Verona. La società veneta, infatti, aveva venduto nel giugno 2002 il bomber al Parma, dopo averlo prelevato in precedenza dal Piacenza per 17 miliardi delle allora vecchie lirette. E quando il Verona è retrocesso in quello storico 5 maggio 2002 (proprio il giorno nel quale l’Inter nella fatal Roma perse in modo inaspettato contro la Lazio) Gilardino si è trasferito al Parma. Il 1° giugno 2002 il presidente del Verona Giovambattista Pastorello e l’allora direttore generale del Parma, Arrigo Sacchi, si erano trovati per definire un importante accordo: scambio alla pari Gilardino-Seric, con il 50 per cento del valore di Gila da dare al Verona qualora questi fosse stato venduto ad altra società. Un accordo in piena regola, anche se non verbalizzato sui moduli federali, ma effettuato con una scrittura privata che Pastorello aveva subito provveduto a far registrare da un notaio per avere la certezza della data. Perché nel mondo del calcio non si sa mai quello che può succedere. E che è successo, perché, dopo che il Parma ha ceduto Gilardino al club rossonero, Pastorello ha avanzato la richiesta del suo legittimo 50 per cento, ricevendo però dal curatore fallimentare del Parma, Enrico Bondi, una secca risposta negativa: il fatto era stato documentato con una scrittura privata e quindi per il Parma non aveva alcun valore.
Apriti cielo, Pastorello si è subito rivolto alla Federcalcio chiedendo l’autorizzazione ad adire le vie legali nei confronti del Parma - autorizzazione che gli è stata concessa - e chiedendo anche l’intervento della Lega per dirimere la spinosa questione. E proprio la Lega in questi giorni, quando il Milan stava per effettuare la seconda tranche del versamento al Parma, ovvero 12 milioni, ha bloccato l’operazione, auspicando da parte delle due società un accordo per evitare strascichi legali.
Il Verona è inflessibile, non vuole cedere, non vuole fare sconti, questi 12 milioni, a suo tempo pattuiti, sono indispensabili per poter permettere alla società di continuare in modo dignitoso e addirittura, se arrivassero prima di gennaio, servirebbero per rinforzare la squadra e proiettarla verso la serie A. «Sono anche disposto a conciliare, a mediare sul prezzo - afferma il presidente gialloblù Pastorello -.

Però da parte del Parma trovo un muro e non voglio vedermi costretto ad andare in tribunale, anche perché come testimoni a mio favore ci sarebbero Arrigo Sacchi e l’allora amministratore delegato del Parma, Baraldi». Il caso è delicato, la patata bollente è nelle mani di Adriano Galliani, per una volta tanto costretto a fare l’arbitro.

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