Ricandidarla oppure no? Il voto comunale del 2011 si avvicina e il leader del Carroccio Umberto Bossi sa di essere lago della bilancia che farebbe pendere definitivamente il piatto su cui è seduta Letizia Moratti. Per il Senatùr in versione pilatesca la decisione «dipenderà da qual è il sentimento dei milanesi». E siccome il sentimento non si può misurare con le centraline antismog, da Calalzo di Cadore dovè in vacanza il capo della Lega preferisce mettere la palla in corner glissando con un: «Chiedete a Berlusconi». Sulla spinosa questione, insomma, Bossi prende tempo anche se non smentisce del tutto le ambizioni del Carroccio a mettere le mani sulla poltrona del sindaco di Milano. Intenzioni tuttaltro che malcelate soprattutto allindomani del voto regionale, quando i massimi vertici del Carroccio proposero lo stesso Bossi come candidato ideale per il capoluogo lombardo. Fu per primo il ministro dellInterno Maroni ad affermare che «abbiamo nel Carroccio una classe dirigente in grado di svolgere qualunque compito, compreso quello di sindaco». A Maroni aveva fatto eco un altro ministro leghista, Roberto Calderoli, secondo cui «Bossi si è dimostrato un ottimo sindaco della Lega e sarebbe un sindaco eccezionale per Milano». Si era beninteso ad aprile e laria è cambiata rispetto a quando i neoeletti consiglieri regionali del Pdl sottoscrissero alla Moratti di aver fatto «unenorme fatica per chiedere il consenso a Milano». Stavolta Bossi fa intendere che il pallino è nelle mani di Berlusconi il quale, secondo quanto dichiarato dalla stessa Moratti, lha già designata a rappresentare il centrodestra.
Seduto al bar di un hotel del paesino veneto, Bossi non si sbilancia coi cronisti neppure sui destini della poltrona di vicesindaco.
Verso il voto
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