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Un video sulla Carta, Marcorè narratore

In fondo 9369 parole non sono tante, per una legge che stabilisce i principi fondamentali dello stato. Eppure, per scriverle, i padri costituenti ci hanno impiegato due anni. «Ogni parola è stata pensata, rivista e cesellata sino all’inverosimile - afferma l’attore Neri Marcorè - quindi, per un lavoro del genere, due anni non sono neppure troppi». Di 9369 parole, suddivise in 139 articoli, è composta la nostra Carta Costituente, come Marcorè sa bene, avendone raccontato dettagliatamente la genesi in «La rinascita del Parlamento: dalla Liberazione alla Costituzione», il film-documentario che verrà proiettato oggi alle 10.30 nell’auditorium della Società Umanitaria (ingresso da via San Barnaba). Il video, girato due anni fa con la regia di Antonio Farisi, è stato voluto dalla Fondazione Camera dei Deputati per spiegare ai giovani come è nata e che cos’è la carta fondamentale di un Paese democratico: una legge imprescindibile non solo per il nostro ordinamento giuridico ma anche per la nostra vita concreta, pratica, quotidiana. «La Costituzione è la carta d’identità del nostro Stato: i suoi pronunciamenti si riflettono inevitabilmente anche sulla nostra singola identità, sulle regole che sanciscono la a partecipazione individuale e comune alla vita civile e la nostra appartenenza a un’unica comunità». Arturo Colombo, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Pavia, oggi dialogherà su questo argomento sempre attuale insieme con l’ex sindaco di Milano Carlo Tognoli e Guido Garavoglia, della Fondazione Camera dei Deputati, subito dopo la proiezione del video. Il filmato che verrà proiettato oggi si addentra nelle vicende che hanno accompagnato la nascita dei fondamenti giuridici d’Italia, ma senza mai appesantire il tono del discorso. «Il mio compito - sottolinea Marcorè - è quello di una guida che si aggira tra le istituzioni spiegandone la storia e il ruolo che tuttora esercitano».

Un po’ come quel conduttore televisivo di cui ha spesso fatto la parodia … «E’ vero - ammette ridendo -, nel video sembro un po’ Alberto Angela, ma non so se, come divulgatore, sono bravo come lui. Però so che quando abbiamo effettuato la prima proiezione a Roma, di fronte a un pubblico di autorità e di numerosi studenti, i ragazzi sembravano le persone maggiormente interessate all’argomento».

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