Villa «okkupata» dal ’98: gli anarchici festeggiano ma il Comune li sgombera

Cani da guardia, reti metalliche, lucchetti e catene. Per essere anarchici la proprietà la difendono eccome. Il problema è che qui è comunale, quindi dei milanesi. Eppure i cittadini da dieci anni non possono neanche metterci il naso in quella villa di via Litta Modignani 66, un’oasi di verde e di fresco, nel quartiere Comasina-Affori. Un’oasi anche di illegalità, che presto però potrebbe finire.
La «villa okkupata» è una palazzina di tre piani, con dependence e grande giardino piantumato. Davanti c’è un’auto, non proprio proletaria: una Lancia blu elettrico. Fra due vecchi alberi un’amaca che farebbe invidia a chiunque. Nel cortile razzolano le galline. I punkabbestia hanno un bell’orto. Il giardino invece è abbandonato, ricettacolo di zanzare e insetti. Una giungla inaccessibile in cui le sterpaglie e le erbacce crescono indisturbate da un decennio. Tanti sono gli anni da cui va avanti l’occupazione della villa. Gli anarchici se la sono presa nel ’98, quando era chiusa per lavori. Prima c’era un centro civico, che funzionava egregiamente. I quarantenni del quartiere ricordano benissimo i pomeriggi passati là dentro. Non solo per godersi il verde e le aiuole in cui giocare a nascondino, ma per i laboratori, la musica, lo sport, e tutte le attività che hanno tenuto molti lontani da esperienze devastanti: «In questo quartiere l’eroina ha fatto una strage - ricorda qualcuno - se noi ne siamo rimasti fuori è anche grazie a quel posto».
Anche adesso la zona avrebbe bisogno come il pane di spazi sociali. Mancano i locali per ospitare la scuola media, o le associazioni. Nel 2001 il Consiglio di zona aveva approvato una mozione che chiedeva lo sgombero e la destinazione della villa a sede del Centro del bambino maltrattato. Niente.
Gli anarchici hanno «celebrato» in questi giorni i 10 anni di occupazione, con musica e feste. Appuntamenti con nomi attraenti come «logica di morte» o «kalashnikov». I vicini hanno ancora nelle orecchie «una musica infernale fino alle 3-4 del mattino». In quelle notti la villa offrì campeggio e cibi vegani (il vegetarianismo più integralista).
Ma ora la «festa» potrebbe fargliela il Comune. Il vicesindaco Riccardo De Corato ha chiesto a prefetto e questore lo sgombero e la fine dell’occupazione abusiva. Il caso inoltre rientra nelle fattispecie previste dal «decreto Maroni», che assegna ai sindaci nuovi poteri diretti di ordine pubblico. Anche perché nella villa non si dilettano solo con l’orticoltura e la musica. Gli «irriducibili» intrattengono legami con gruppi dell’insurrezionalismo di altre regioni.

La villa è stata al centro di perquisizioni e indagini, e salta fuori ogni volta che qualcuno si mette a giocare con le bombe, come nel 2005. «E se Milano ospitasse il G8 - temono nel quartiere - potrebbe essere usato come base antagonista».

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