«Violenze, la prevenzione va fatta a scuola»

Moioli: «Nel 2007 più fondi per far fronte all’emergenza»

«Più risorse per la sicurezza delle donne». L’assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli ieri ha ribadito che il sindaco «si è già impegnato ad inserire nel bilancio 2007 più fondi per far fronte all’emergenza». Dopo i numerosi episodi in città, ieri la Commissione pari opportunità si è confrontata con le associazioni non profit che si occupano di violenze contro le donne. L’Unione ha presentato una mozione - aperta a tutti i consiglieri - per chiedere alla giunta che «metta in sicurezza con urgenza le aree dismesse», assicuri alle associazioni «i finanziamenti per progetti a lungo termine, e non solo annuali», invita «a rivedere l’installazione di pulsanti ai semafori che saranno poco efficaci perché facilmente danneggiabili», e a stipulare piuttosto una convenzione con i gestori di telefonia mobile perché attivino una modalità di chiamata di emergenza rapida «che localizzi immediatamente la richiesta d’aiuto». I consiglieri invitano inoltre la Regione a inserire nella polizza assicurativa «a favore delle vittime di criminalità in Lombardia anche quelle di violenza sessuale». E insistono sul sostegno a progetti di prevenzione nelle scuole, «finalizzati al rispetto di sè e dell’altro, alla relazione tra generi».
L’educazione «alla convivenza civile e all'integrazione - concorda Moioli - sono fondamentali e stanno alla base dell’offerta scolastica, non si fanno "a progetto"». Assicura che il Comune si impegna a «risanare le aree dismesse», chiedere «più agenti», offrire «sconti alle donne che viaggiano in taxi di notte», aprire un ufficio per le vittime di violenze, coordinare le associazioni. Tante donne, accusa, «non denunciano la violenza perché i processi durano all’infinito, bisogna insistere perché i casi si risolvano per direttissima».

Sotto i riflettori le violenze in strada ma, hanno ribadito le portavoci di Caritas, Soccorso violenze sessuali della Mangiagalli e Casa delle donne maltrattate, «avvengono ancora, soprattutto, tra le pareti domestiche, e gli autori sono in prevalenza italiani». E non parlano di emergenza estiva, «purtroppo i numeri, così alti, sono stabili».

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