Milano - Una volta sarebbe stata ritenuta (quasi) un’offesa. Per Virna Lisi, invece, è un titolo di vanto. «Da anni interpreto soprattutto ruoli di madre? Per fortuna! Sono sempre stati quelli che ho preferito. Mi piaceva fare la madre già quando avevo solo l’età per fare la figlia. Tanto che dovevano invecchiarmi col trucco, per rendermi credibile». Devota, fedele, tenace, fantasiosa: da mercoledì per otto puntate su Canale Cinque torna la «mamma» Virna Lisi, nella terza edizione di Caterina e le sue figlie, che per la triplice regia di Benvenuti, Mosca e Inturri (e per l’interpretazione, fra gli altri, di Alessandra Martines, Giuliana De Sio e Iva Zanicchi) ripropone la grande attrice nel ruolo che - fra tutti - dice d’interpretare più volentieri.
E Caterina? Che tipo di madre è?
«Dura, determinata, ma anche disponibile, tenerissima. Fra l'altro, in questa terza serie, ancora più invitante ai miei occhi, perché le sono stati conferiti toni da commedia che hanno reso il personaggio ancora più completo e sfaccettato. Insomma: Caterina mi sta davvero entrando nel sangue».
Impegnandola, fra l’altro, in un inedito «doppio ruolo»...
«Sì: perché dopo aver messo finalmente a posto le tre figlie, e aver deciso di dedicarsi un po’ a se stessa, scopre che suo marito l’ha tradita. Per la delusione, durante una crociera a Cuba, Caterina sparisce, e non viene più ritrovata. Finché, un anno dopo, sempre a Cuba spunta una napoletana verace, di nome Nunzia Quagliarone, che è tale quale a lei, ma molto più bionda, prosperosa e (soprattutto) sguaiata. Un’occasione unica per me, abituati sempre a ruoli eleganti. Per interpretare Nunzia sono perfino ingrassata un po’».
Come ai tempi de «La cicala» di Lattuada; anche allora, non a caso, una madre.
«E in qualche modo simile a questa. Diciamo che mi sono ricordata un po’ di lei, mentre davo vita a Caterina. Stessa grinta, stesso coraggio. Perfino stessa volgarità. E stessi vestitini striminziti, da cui i chili di troppo debordano inattesi».
E tuttavia, da allora ad oggi, le madri sono cambiate. Nella realtà come nelle fiction.
«Perché è la famiglia che è cambiata. Se penso alla mia, di madre, mi pare di parlare di qualcuno che veniva dalla luna. Non ricordo di averla mai vista uscire a cena o andare a teatro. Non parliamo di andare a fare shopping. Stava sempre in casa, a badare al marito, ai suoi tre figli; per noi ha dato tutto, tutto. Certo: i tempi sono cambiati, non possiamo fare paragoni. Ma se certe madri d’oggi, invece di andarsene in palestra con le amiche, stessero un po’ più col marito e figli, la loro famiglia non vacillerebbe tanto».
Anche i problemi familiari che Caterina deve affrontare, sono cambiati.
«Sono i problemi d'oggi. Diversissimi da quelli di quando la figlia era lei; e che allora le sarebbero stati impensabili».
E lei, signora, si rende conto d'essere un modello - di stile, professionalità e talento - per le giovani attrici d’oggi?
«Non so se lo sono davvero. Noto che molte giovani attrici d'oggi - non parlo di quelle con cui ho lavorato in Caterina e le sue figlie - si sentono tutte dive. A loro basta fare una settimana all’Isola dei famosi per ritenersi arrivate. Pensano di essere già Meryl Streep; mentre meriterebbero un calcione nel sedere. Io parto da altri principi: ho un rispetto enorme per il pubblico. Ancora oggi io studio il mio personaggio fino allo spasimo, e gli do tutto di me. Non imbroglio, io, non “tiro a campare”. Non do fregature. E credo che questo il pubblico lo senta».
Possibile che nessuna di loro le chieda
«Una sola l'ha fatto, recentemente, sul set di Caterina: Iva Zanicchi. Mi ha chiesto se poteva mettersi lì, a guardarmi. Siamo diventate grandi amiche».
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