La vita combattiva di Suor Juana Religiosa col burqa in clausura

Valentina Fontana

Uno spirito libero che turbò il Messico spagnolo della Controriforma e dell'Inquisizione. Una donna che per amor dello studio, della filosofia e della scienza, scossa da un'indomabile sete di conoscenza scelse di farsi suora. Juana de la Cruz, da molti considerata la poetessa più importante, la più emblematica fra tutte le scrittrici latino-americane, visse per la sua libertà, per la sua autonomia, per il suo amore al di là di ogni regola. Suor Juana dovette comunque piegarsi al regime, ma la forza nel combattere per la sua indipendenza rimane ancora un modello per molte donne.
Così nasce il progetto teatrale Clausura, in scena da stasera a domenica al Teatro Argomm, ispirandosi alla sua vita, per rappresentare un modello di libertà assoluta. «L'autrice e protagonista Edy Quaggio - spiega il regista Francesco Mazza - ha creato una sorta di racconto ispirandosi alla vita di suor Juana Ines de la Cruz per parlare dell'amore ineluttabile e dell'omosessualità femminile. Dentro questo atto unico composto da una serie di liriche pensate per uno svolgimento drammaturgico si sviluppano diverse e importanti tematiche. Tutto si svolge all'interno di una nobile e severa cella di clausura. Ma i differenti luoghi della cella evocano momenti e situazioni diverse, dal microcosmo quotidiano alla trascendenza dell'amore assoluto, divino e profano. Amore che viene attraversato da una vita nei rigidi dettami della gerarchia ecclesiastica».
Così la forte personalità della protagonista viene equilibrata da semplici azioni quotidiane, da improvvise e improbabili passeggiate, da immagini di oceani e di vulcani, ricordi che rifioriscono puntualmente, rose brillanti a primavera.
«Abbiamo creato una messinscena surreale per evidenziare certi temi molto attuali - continua il regista -. Così durante le sue passeggiate Juana indossa un burqa, per sottolineare la condizione di costrizione femminile. Tutto è stato studiato per evocare dei momenti al di là della cella, per far agire i diversi spazi: le danze, i canti di antica tradizione spagnola, le flagellazioni, i giochi di luce che inquadrano il volto della protagonista, i serpenti resi tali da stoffe in velluto rosso».


Evocazioni che fanno sentire insieme il peso e la leggerezza di molteplici messaggi. «L'amore che attraversa le varie vite, ma rimane ineluttabile come il bene e il male. La piccola vita che va vissuta come uno meglio crede e la libertà assoluta», l'unica salvezza per Clausura.

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