Persone felici, o perlomeno soddisfatte della propria vita. Finché le loro aspettative non sono sconvolte dallirrompere di qualche subdola incognita, qualche maligno disturbo che ha le radici in un passato irrisolto.
Capita in una serie di romanzi in uscita in questi giorni. Non si tratta tuttavia di gialli o di noir nel senso comune del termine. Ne Il matrimonio dei fiammiferi, di Jonathan Carroll, (Fazi, pagg. 303, euro 18; trad. Lucia Olivieri), la newyorchese Miranda si trasferisce con il suo nuovo amore Hugh in una casa sulle rive del fiume Hudson. La sua felicità però è sconvolta da visioni, fantasmi, ricordi rimossi che riaffiorano. Solo nel finale si apre uno squarcio di speranza.
In Mostri per le masse, di Nino G. DAttis (Marsilio, pagg. 238, euro 16), a Roma un ispettore di polizia indaga sullassassinio di una studentessa senza macchia. Ma voci e ossessioni interiori lo turbano. Il protagonista stenta a riconoscere il vero dal falso, la menzogna dalla giustizia, intrappolato dal mistero del male e della violenza.
Infine, Il giardino selvaggio, di Mark Millis (Einaudi, pagg. 332, euro 18; trad. Marta Matteini), è ambientato fra Inghilterra e Italia alla fine degli anni Cinquanta.
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