Welby sardo, nuova polemica sull’eutanasia

«Ci hanno contattato numerosi anestesisti, non c’è ancora nulla di definitivo, ma il movimento c’è». A parlare è Maddalena Soro, moglie di Giovanni Nuvoli, l’ex arbitro di 53 anni, da sei malato di sclerosi laterale amiotrofica, che nei giorni scorsi ha espresso il desiderio di morire come Welby. La donna ha ringraziato Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, che dopo la visita ha detto: «Nuvoli ha espresso la sua volontà in modo chiaro, per lui il danno più grande è l’attesa» e ha attaccato il vescovo di Sassari: «Siamo da tanti giorni qui, perché questo interessamento improvviso? Mi sembra politica».
La polemica non si spegne qui. Al capezzale di Nuvoli, Pietro Sedda del comitato «Scienza e vita» attacca l’associazione Coscioni per aver usato «toni offensivi e sprezzanti» nei confronti della vita e di chi non vuole uccidere Nuvoli. Il primario di rianimazione a Sassari, Demetrio Vidili, che si era rifiutato di interrompere il trattamento terapeutico, ha detto: «Nuvoli aveva un rapporto diverso con medici e infermieri.

Ora c’è un clima più pesante, per il pressing mediatico e politico su di lui» e ha annunciato di aver chiesto all’Asl l’acquisto di un sintetizzatore vocale che consenta a Nuvoli di esprimersi meglio. Mentre i radicali invocano l’interruzione del trattamento, la casa di Nuvoli ad Alghero è pronta, con una camera allestita da sala rianimazione, ad accoglierlo quando lascerà l’ospedale.

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