Una serie dai toni cupi, visivamente minimale ma dai contenuti spesso sfacciati. Partenza zoppicante, perché priva di sfumature, ma poi si inizia ad apprezzare l'ensemble
Una serie dai toni cupi, visivamente minimale ma dai contenuti spesso sfacciati. Partenza zoppicante, perché priva di sfumature, ma poi si inizia ad apprezzare l'ensemble
Dinamiche adolescenziali, sfumature horror e misteri la fanno da padrone in un prodotto i cui numerosi difetti realizzativi non oscurano i richiami a una profondità preziosa
Il divo convince nei panni di un duro magnate dei Media alle prese con un dramma familiare e intrighi politici. Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi, ecco di cosa si tratta.
L'ambientazione post-apocalittica è la stessa della pellicola originale ma manca l'approfondimento socio-politico, sacrificato per dare risalto a una crime story sui generis.
Westworld, la serie tv fantascientifica creata da Jonathan Nolan con Evan Rachel Wood e Ed Harris protagonisti, dopo due stagioni complesse ma entusiasmanti fa il suo primo passo falso
Un viaggio in compagnia dell'ex first-lady, oggi guida motivazionale per giovani e minoranze. Autorizzato e autoprodotto, appare pensato come volano perfetto per un'entrata in politica
Preoccupazioni esistenziali, problemi finanziari e guai con la malavita parigina, in una serie costruita come una sessione di jazz: intimista, sofisticata e col gusto dei cambi di ritmo.
Una serie tv con sfumature di esistenzialismo fantascientifico, risvolti romantici, black humor e retrogusto thriller. Eppure le molte potenzialità non riescono a esprimersi appieno.
I nuovi episodi, sempre politicamente scorretti, sono più spensierati: divertimento e struggimento hanno maggiore alchimia e si sentono i benefici della psicologia inversa.
Freud, recente serie tv di Netflix, ha grandi ambizioni ma fallisce nel suo intento. Rivisitare la storia della psicoanalisi non è stata una buona scelta