Marzabotto per Gaza: il corteo divide. Ebrei indignati, no dei partigiani Fiap

La Comunità: "Si rischia un evento pro Hamas"

Marzabotto per Gaza: il corteo divide. Ebrei indignati, no dei partigiani Fiap
00:00 00:00

A Marzabotto, per Gaza. Una manifestazione per fermare il conflitto in Medio Oriente, organizzata nel luogo in cui fu perpetrata la più grave strage nazista in Italia, l'eccidio di Monte Sole. «Proprio qui». Un «significato simbolico», l'ha definito Valter Cardi, presidente del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto. Quel «significato simbolico» però non unisce. E il corteo è un caso.

L'idea della manifestazione è stata lanciata il 25 aprile dalla sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi (Pd) che ha parlato apertamente di genocidio a Gaza. Un «appello da Monte Sole per Gaza» è stato poi scritto e pubblicato sul sito «martirimarzabotto.it»: cita come interlocutori il governo e la Comunità internazionale, e indica come obiettivi «far tacere le armi» e «fermare la deportazione nella Striscia di Gaza dove il massacro di civili sta assumendo la portata di genocidio». Molte adesioni sono arrivate, per esempio da Anpi, Arci e anche dalle Comunità islamiche, ma la Uil per esempio si è sfilata.

Un uso pacifista della memoria però lacera anche il mondo delle associazioni partigiane. Indigna per esempio la Fiap. L'organizzazione erede della prestigiosa tradizione azionista e socialista-liberale, con il presidente Luca Aniasi (foto), considera la piattaforma politica della manifestazione «un atto di grave mistificazione storica e morale». E a Bologna, la Comunità ebraica ha già detto chiaro e tondo il suo «no». Il presidente Daniele De Paz ha spiegato che considera «inaccettabile» l'uso della categoria del genocidio, mentre intravede il rischio che quel corteo pacifista si trasformi «in una manifestazione pro-Hamas, ovvero - ha aggiunto - un movimento politico illiberale e totalitario che giustifica e ricorre alla violenza indiscriminata contro i civili, come fecero i nazisti a Marzabotto».

La questione è delicata. Il terreno è scivoloso, come si è visto in occasione delle ultime Giornate della memoria, quando frange pro Gaza, o apertamente pro Hamas, hanno tentato di rovesciare su Israele (e sulla diaspora ebraica) l'accusa di commettere (e difendere) un nuovo sterminio, mentre Israele amici di Israele comprensibilmente attribuiscono ad Hamas e al terrorismo un intento genocidario nei confronti dello Stato ebraico.

L'osceno parallelo storico nazisti-Israele è già molto praticato a sinistra. E se molti sono pronti irresponsabilmente a sottoscriverlo, tanti altri - anche a sinistra - lo considerano mistificatorio, inaccettabile, immorale: «Organizzare una manifestazione su Gaza a Marzabotto, evocando un parallelo tra l'eccidio nazista del 1944 e le operazioni militari israeliane - spiega Aniasi - è un atto di grave mistificazione storica e morale. La situazione a Gaza è tragica ma paragonare Israele alla Germania nazista significa ignorare profondamente sia la storia del Novecento sia quella del Medio Oriente».

Aniasi cita Primo Levi: «Paragonare Israele ai nazisti è un oltraggio alla verità, alla memoria e alla dignità delle vittime». E conclude: «La tragedia di Marzabotto merita rispetto, non manipolazioni retoriche che deformano la storia e fomentano odio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica