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Le immagini dell’inaugurazione dell’installazione di Giangaetano Patanè “Gli ultimi cinque pesci del mare” nella Fontana della Barcaccia a Roma. Hanno partecipato il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Persicce. “L’opera nasce dall’idea di un numero determinato, non astratto. Un numero contabile fa cadere su di noi una responsabilità di protezione e cura dell’ecosistema, del pianeta”, racconta l’artista. (Alexander Jakhnagiev)

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Ecco l'opera sul cambiamento climatico di Patanè nella Fontana della Barcaccia a Roma

“Un’opera molto bella, di un grande artista. Che sta dentro una delle fontane più belle e importanti del mondo. E manda un messaggio molto forte: la realtà dei cambiamenti climatici e la necessità dell’umanità di unirsi e reagire. La dimostrazione che si possono lanciare messaggi forti e importanti in modo rispettoso dei monumenti e dell’ambiente. Noi siamo tra le 100 città europee selezionate per raggiungere gli obiettivi della neutralità climatica in anticipo. Ma serve che tutti ne prendano piangente coscienza. Credo che quest’opera dimostri che si può fare con messaggi che uniscono la bellezza dell’opera d’arte, la sostenibilità di un’installazione che rispetta il monumento e la forza di un messaggio che deve parlare e scuotere le coscienze di tutti”, le parole del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in occasione della inaugurazione dell’installazione di Giangaetano Patanè “Gli ultimi cinque pesci del mare” nella Fontana della Barcaccia a Roma. (Alexander Jakhnagiev)

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Gualtieri: "Si possono lanciare messaggi forti anche in modo rispettoso di monumenti e ambiente"

"Voglio onorare, inoltre, coloro che proprio facendo" i reporter in guerra, "rendendo questo servizio sono caduti. Il mio omaggio non può che non andare in particolare a uno dei pionieri di questa professione, Almerigo Grilz. Triestino come Fausto Biloslavo con il quale Biloslavo ha iniziato a lavorare". Lo dice la premier Giorgia Meloni, in un videomessaggio all'inaugurazione della mostra fotografica "Bearing Witness", all'Istituto italiano di cultura di New York. "Oggi Almerigo avrebbe compiuto 70 anni se il 19 maggio 1987 non fosse stato colpito a morte in Mozambico mentre filmava gli scontri tra guerriglieri e i governativi - aggiunge Meloni -. Grilz ci ha portato dentro le guerre più lontane, ci ha raccontato conflitti altrimenti dimenticati, rappresenta un riferimento per ogni inviato di guerra. E sono molto felice che alla sua memoria sia stato nei giorni scorsi dedicato un premio giornalistico". "Raccontare la guerra - continua Meloni - richiede coraggio, professionalità, competenza, equilibrio. Fausto Biloslavo non ha mai lesinato nessuna di queste caratteristiche. E oggi, insieme a lui, vogliamo ringraziare tutti gli straordinari professionisti che hanno scelto questo lavoro e che rendono davvero un servizio fondamentale a tutti noi". (Alexander Jakhnagiev)

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A New York la mostra Bearing Witness di Biloslavo, Meloni: "Senza inviati di guerra saremo ciechi"

“Lasciatemi dire che potrei rispondere con una battuta: tre liberali in una stanza litigano per dimostrare che sono liberali. Poi non è così semplice. Ci sono storie molto differenti. Per esempio la mia distanza dal Movimento 5 Stelle è la stessa che ho dal populismo di destra. Poi abbiamo fatto scelte diverse. Quello del partito unico è stato un fallimento collettivo. È un fatto politico che ci siano tre partiti con storie molto conflittuali. Cosa non bisogna fare? Smettere di promettere troppo. Cosa va fatto? Tenere il nucleo fondamentale dei gruppi unici a Camera e Senato. Poi cessare ogni tipo di attacco reciproco. E lavorare con grande calma. Il problema non è fare lista unica per le europee, ma che quella lista sia credibile”, le parole di Carlo Calenda, leader di Azione, in occasione della sessione pubblica del meeting di Renew Europe, tenutosi a Roma presso il Teatro Piccolo Eliseo. (Alexander Jakhnagiev)

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Calenda: "Il problema non è fare una lista unica per le europee, ma renderla credibile"

“Io credo che in questo momento storico dobbiamo saper individuare precisamente i rischi e i pericoli. Nei conservatori europei c’è il pericolo di una deriva illiberale. Non vedo lo stesso rischio nella estremizzazione del partito socialista europeo. Vedo cose con cui non sono d’accordo, ma non vedo questo rischio. Quindi attenzione a usare lo schematismo dell’equidistanza, anche sul piano nazionale. Perché c’è Giorgia Meloni al Governo”, le parole di Riccardo Magi, +Europa, in occasione della sessione pubblica del meeting di Renew Europe, tenutosi a Roma presso il Teatro Piccolo Eliseo. (Alexander Jakhnagiev)

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Magi: "Nei conservatori europei c'è pericolo di deriva illiberale"

“Noi siamo dalla parte della grande battaglia di libertà dei nostri fratelli ucraini. E ne siamo orgogliosi. Ma l’Europa da qui a 20 anni come si immagina? La Nigeria sarà più numerosa dell’intera Unione. O si immagina una strategia o rischiamo di essere spazzati via. Le elezioni europee sono importanti per questo, non sono un grande sondaggio. Siamo abituati a pensarle guardando al nostro scacchiare. Basta con questo provincialismo. Quindi o vince Renew Europe e fallisce il progetto della Meloni per una maggioranza di destra o perde l’Europa”, le parole di Matteo Renzi, Italia Viva, in occasione della sessione pubblica del meeting di Renew Europe, tenutosi a Roma presso il Teatro Piccolo Eliseo. (Alexander Jakhnagiev)

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Renzi: "Elezioni europee non sono solo un grande sondaggio, va fermato progetto Meloni"

"Sono francamente molto colpita dal fatto che questo sia il dibattito che più interessa, mentre ancora si stanno celebrando i funerali delle persone per cui noi ci stiamo occupando di ricostruire e di fare del nostro meglio di trovare le risorse. Quando arriveremo al tempo della ricostruzione ci occuperemo del commissario della ricostruzione. Il mio principale problema non è chi spende i soldi è trovarli", le parole di Giorgia Meloni in conferenza stampa con von der Leyen. / Fb Meloni (Alexander Jakhnagiev)

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Meloni: Commissario? Mio problema è trovare i soldi non chi li spende

Il capo della brigata Wagner Prigozhin annuncia il ritiro della milizia da Bakhmut. "Ora sono le 5 del mattino del 25 maggio, noi stiamo portando via il nostro reparto da Bakhmut. Fino al 1° giugno riuniremo tutto e lo consegneremo ai militari", dice Prigozhin. / Twitter (Alexander Jakhnagiev)

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Prigozhin annuncia ritiro gruppo Wagner da Bakhmut
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