Fabrizio Sinisi scrive un romanzo che guarda al teatro e alla sua lingua politica

Fabrizio Sinisi scrive un romanzo che guarda al teatro e alla sua lingua politica
È un inciampo, un promemoria, il riflesso del nostro bisogno di cose stabili e definitive
Si diceva reporter. Forse senza saperlo era anche sociologo, antropologo. E poeta
È una confessione in brevi capitoli il cui filo conduttore è un amore spezzato
Il libro esplora, con acume, la realtà sempre più ambigua in cui siamo immersi
Perché ci rifiutiamo irrazionalmente di accettare in letteratura l'idea di "sacro"?
Non solo i cristiani pregano Maria, anche i musulmani lo fanno, talvolta anche i non credenti, perché tutti desideriamo che l'ultima parola su di noi, sulla nostra vita, i nostri affanni, le nostre sciocchezze sia una parola di misericordia e di tenerezza
Umberto Eco insegnò come una maggiore cultura alzi la soglia di sopportazione
La vera lezione del prete Bergoglio. Con i fedeli un rapporto umano, all'insegna della "gratuità"
Non ha modificato la dottrina. L'attenzione ai temi sociali e alla povertà già nella scelta del nome