Divisivo. Questa parola scende come un incantesimo di difesa sul Quirinale

Divisivo. Questa parola scende come un incantesimo di difesa sul Quirinale
Non è la stessa cosa e non è vero che non fa la differenza. Non starebbe lì, chiamato da tutti per cercare una via d'uscita. Solo che adesso Draghi si ritrova a rinnegare se stesso
Buon Natale, come una speranza, come una provocazione, come due parole che sembrano fuori moda, da rimettere insieme anche se non ci credi e vale di più proprio se lo fai adesso
Testa o croce. È come lanciare una moneta d'argento e affidarsi alla buona sorte. Testa, Draghi resta a Palazzo Chigi; croce va al Quirinale
I confini qualche volta sono solo un amuleto e servono a proteggersi da quello che in un certo momento ti fa più paura
La fissazione americana per l'uomo di Wikileaks rivela le contraddizioni del Paese
Peng Shuai non vale un boicottaggio. Non è neppure una sorpresa. I diritti umani non sono una preoccupazione cinese
Non è ancora finita e non si torna indietro. È questo il clima che si respira in Europa. Non sono certezze, ma segni sul percorso della crisi.
Tutti, o quasi, chiuderanno gli occhi. Qualcuno si lamenterà per il vino, perché a Doha il brindisi è analcolico, e sul resto si dirà che è solo un mondiale un po' speciale. Il resto sono i diritti umani
Mario Draghi si sta quasi rassegnando. Il Quirinale si fa ogni giorno più lontano. I partiti gli chiedono di restare a Palazzo Chigi almeno fino al 2023