Addio a Bonura Cantore dell’anima

«Questo è il mio piccolo romanzo di indagine. Voglio scoprire il colpevole, o i colpevoli, della mia lunga inimicizia col mondo». Così scriveva nel suo ultimo volume, Le radici del Tempo (edito da Avagliano Editore), lo scrittore Giuseppe Bonura, scomparso lunedì a Milano. I funerali si svolgono questa mattina alle 11 nella Parrocchia dei Santi Patroni d’Italia a Milano. Bonura aveva 74 anni, risiedeva a Milano dal ’61, ma era nato a Fano. Vincitore per due volte del premio Grinzane Cavour, oltre che scrittore, Bonura era anche giornalista professionista. Accanto a numerosi romanzi, aveva pubblicato anche racconti e libri di saggistica letteraria. Tra i romanzi, Il rapporto, La pista del Minotauro, La doppia indagine e I custodi del silenzio ( Rizzoli). Fra gli altri titoli L’adescatore e La vita astratta ( Mondadori), Il segreto di Alias e La ragazza dalla luna storta. Con Per partito preso era stato finalista al premio Strega del 1978.

Per Aragno pubblicò Le notti del cardinale, La congiura di Maralto, I barboni della regina e Il prato delle voci di marmo. Tra i volumi di racconti si ricordano I satiri virtuosi e La castità dell’ospite, vincitore del premio Buzzati. Per la saggistica, invece Il gioco del romanzo (Giunti) e Invito alla lettura di Italo Calvino (Mursia).

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