Prima li hanno sbirciati timidamente dalle vetrine, poi li hanno «curati» a cadenza quotidiana. Belli e impossibili. Borse firmate, stivali, cappotti e accessori di tendenza sono gli oggetti più desiderati dai lombardi, pronti a partire oggi per la stagione della caccia al saldo. E pronti soprattutto ad aprire, seppur a malincuore, i portafogli. Secondo uno studio della Camera di commercio di Monza e Brianza-DigiCamere con il coordinamento scientifico di Ref, Ricerche per leconomia e la finanza, per i saldi dinverno di questo inizio danno si spenderanno circa 300 milioni di euro. Si parla di abbigliamento e sarà un consistente 40% delle famiglie a marciare verso negozi e outlet disseminati in ogni angolo della regione per scovare il prezzo migliore. In media la spesa per ciascuna famiglia non sarà altissima. Sempre secondo le stime della Camera di commercio brianzola per soddisfare i desideri cullati da prima di Natale e lasciati decantare causa prezzo pieno i lombardi sborseranno in media 80 euro. Una media rispettata al centesimo da Milano, mentre destinata a lievitare in province come Bergamo dove se ne spenderanno allincirca 90 o in Brianza dove si arriverà a 100 euro per famiglia. A dispetto della fama, Brescia e Varese sono le zone dove invece si spenderà di meno con una media di 60 euro a famiglia. Nel timore di perdere laffare sono stati soprattutto i milanesi e i brianzoli a cedere alla tentazione di bruciare tutti sul tempo: circa il 13% è infatti partito in anticipo, approfittando delle offerte sbucate come funghi già in questi giorni. Cartellini ritoccati, in vista del via libera ufficiale agli sconti, che hanno avuto comunque il loro effetto soprattutto su chi detesta le code e il caos da saldo conclamato. Questione di intraprendenza che a dire la verità non manca neppure quando si parla di regali. Pronti a comprare, gli italiani si sono rivelati pronti anche a vendere. O meglio rivendere. Regali sgraditi o «doppioni» scartati con sconforto sotto lalbero si stanno rivelando la vera frontiera del risparmio. Il giro daffari degli articoli di cosiddetta seconda mano è infatti aumentato a dismisura. Si parla di 3 milioni di euro in più rispetto allanno scorso, di cui 750mila soltanto in Lombardia. E per rivendere lorrendo portafrutta di zia Maria cosa meglio del mercatino dellusato? I dati raccolti dicono che le imprese attive in Italia nel commercio al dettaglio dellusato sono 3.411 di cui 474, ossia il 14%, situate in Lombardia. È Milano la città dove sono di più e sono più attive: 229 aziende, circa la metà di quelle esistenti sullintero territorio regionale. E a loro si sono rivolte molte famiglie anche per acquistare i doni per le feste. In percentuale gli acquisti di seconda mano sono aumentati dell8%, battuti di un punto percentuale (il 9%) soltanto da quelli rimessi in circolazione smontato il presepe. Accanto ai tradizionali mercatini e negozi, spopola naturalmente il web.
Sui portali specializzati nelle vendite allasta si può trovare oramai di tutto. Compresi i regali poco graditi. In caso di coscienza sporca, meglio evitare una visita troppo accurata. Chissà che curiosando non si scopra infatti quella statuina segnatempo di cui da anni non sapevamo che fare- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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