«Alitalia se ne va? Lasci tutto a Malpensa»

Gli incontri in Regione si susseguono a ritmo serrato, nel tentativo di trovare una soluzione all’eventuale divorzio traumatico tra Alitalia e Malpensa. E Roberto Formigoni non esclude neanche la possibilità di una compagnia del Nord che possa ereditare aeromobili, personale e voli. Per i primi anni di vita il governatore ha in mente l’alleato e cioè l’aeroporto di Francoforte. «Se Alitalia lascia Malpensa e diventa AliLazio, dal giorno dopo non voglio più vedere un aereo Alitalia. Allora lascino liberi gli slot, cedano i piloti e gli aerei» dice il presidente della Regione. Le prese di posizione a favore dell’hub lombardo sono anche a livello nazionale. Parla Gianstefano Frigerio, responsabile dei dipartimenti di Forza Italia: «È miope e provinciale ridurre i problemi consolidati e complessi dell’Alitalia a Malpensa, dimenticando i clientelismi, la selvaggia conflittualità sindacale, l’incertezza del governo nelle alleanze internazionali».
Così Formigoni si tiene pronto anche per gli scenari più foschi. Naturalmente tra il dire e il fare AliNord (ovvero una compagnia aerea della Lombardia) ci sono di mezzo il Governo e Assoclearance, la società creata dal ministero dei Trasporti per gestire le bande orarie (gli slot) degli aeroporti italiani. È in queste sedi che si decidono permessi di atterraggio e quindi la possibilità di nuovi voli. Inoltre allo stato non esiste una compagnia che possieda abbastanza aerei (ne servirebbero almeno 140). «Presenteremo una richiesta al governo perché se Alitalia si sposta da Malpensa, lasci liberi gli slot e inoltre ceda aerei e piloti» dice Formigoni, che mercoledì prossimo incontrerà il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, insieme con il sindaco, Letizia Moratti. Bianchi invita a uscire dalla contrapposizione tra Fiumicino e Malpensa: «Il problema esiste ma sono convinto che aprire la discussione rivendicando a sé il ruolo di hub non aiuta a trovare una soluzione. Dobbiamo lavorare per valorizzare al massimo questi due scali, senza peraltro dimenticare Linate e Ciampino».
Palazzo Marino al momento non si sbilancia e preferisce attendere le decisioni romane. Formigoni, che ritiene «soluzione logica che Alitalia investa su Malpensa», si concentra anche su altre possibilità. «Ho voluto studiare un piano alternativo che evitasse le colonizzazioni» spiega. «Se Malpensa lascia Alitalia, noi possiamo cominciare a negoziare con le compagnie presenti nel mondo una diversa condizione di volo per i lombardi. Inizialmente non ci sarà un periodo di gloria e chi volerà dalla Lombardia si dovrà appoggiare a hub stranieri.

Però non vogliamo essere colonizzati e quindi lavoreremo per rifare di Malpensa un hub nel giro di due o tre anni». Nell’interregno, l’alleato è Francoforte. E il rischio di essere colonizzati da Lufthansa? «Certamente esiste, è per questo che vogliamo lavorare a una compagnia del Nord» replica Formigoni.

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