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La maschera ipossica che ha ucciso Bakken: i dubbi dei ricercatori

Sono molti gli interrogativi sulla morte dell'atleta norvegese Sivert Bakken trovato morto con una maschera ipossica: in attesa dei risultati dell'autopsia, quali sono le controversie su questo strumento

La maschera ipossica che ha ucciso Bakken: i dubbi dei ricercatori
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Oltre all'inevitabile dolore per la tragedia dovuta alla scomparsa di un atleta di 27enne in procinto di partecipare alle Olimpiadi di Milano-Cortina, il norvegese Sivert Bakken, trovato morto con addosso una maschera ipossica, gli esperti del settore si interrogano sull'efficacia ma anche sulla pericolosità di questo strumento.

A cosa serve la maschera

Innanzitutto un piccolo passo indietro: quando si parla di maschera ipossica si intende un dispositivo in grado di aumentare lo sforzo della respirazione durante l'allenamento simulando le condizioni che si possono trovare a quote di alta montagna dove l'aria è più rarefatta essendoci meno ossigeno. Nel dettaglio, questo strumento fa passare tra 6 e 10 volte in meno l'ossigeno: così facendo si migliorano le capacità di resistenza respiratoria e la capacità dei polmoni quando ci si trova in ipossia, quella condizione in cui i tessuti del corpo non ricevono abbastanza ossigeno.

Quali sono i rischi

Nonostante i controlli regolari che si effettuano su atleti olimpionici quale Bakken, qualcosa non ha funzionato ma sarà soltanto l'autopsia a chiarire e certificare le cause della morte. Questa maschera usata durante l'esercizio fisico "aumenta notevolmente il disagio, moderatamente la dispnea e lo sforzo percepito", spiegano gli esperti del Biomechanics Laboratory e Federal University di Santa Maria in Brasile. Indossare queste maschere durante lo sforzo fisico reca anche "un effetto modesto sui parametri fisiologici e psicologici, tra cui lo scambio di gas, la funzionalità polmonare e il disagio soggettivo negli individui sani", sottolineano dal Dipartimento di Sport, Scienze ed Educazione Fisica di Hong Kong ma "l'effetto complessivo sulle prestazioni fisiche pare minimo".

I dubbi della Federazione norvegese

Come detto, questa maschera di sicuro "aumenta il livello del battito cardiaco nella fase di recupero", come viene spiegato ricercatori del Resistance Exercise, Physiology and Sport Laboratory di Collegeville degli Stati Uniti. La scomparsa di Bakken, il quale in passato aveva fermato la sua attività sportiva per un problema relativo a una pericardite, fa interrogare non poco la Federazione norvegese di Biathlon che parla di "una situazione tragica con molti interrogativi irrisolti".

Tra l'altro, la stessa Federazione non sapeva che il suo atleta utilizzasse questa maschera per allenarsi. Nonostante tutto, soprattutto in Norvegia gli atleti di sport invernali vengono invitati a un allemanto circa "l'altitudine simulata" ma in appositi centri di preparazione ipossici.

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