Archivio Moroni An attacca Finazzer: «Nessun dialogo tra Comune e disobbedienti»

L’archivio Primo Moroni accende uno scontro interno alla maggioranza. Le migliaia di volumi e documenti sulla storia dei movimenti operai, giovanili e studenteschi, custodite al centro sociale Conchetta sgomberato la settimana scorsa «è un patrimonio storico della città, lavoreremo per tenerlo in vita» ha assicurato ieri il sindaco Letizia Moratti. Venerdì scorso, il vicesindaco Riccardo De Corato aveva affermato la volontà di restituire l’archivio alla vedova Moroni, ma ieri l’assessore Massimiliano Finazzer Flory ha confermato: «I libri sono una cosa sacra, mi metterò al lavoro perché possano essere collocato in spazi comunali, aprirò da subito un contatto coi rappresentanti del Cox 18». I libri, «sono una cosa sacra, vorrei separare la questione politica da quella culturale». Non si fa attendere la replica di An. Il capogruppo milanese Carlo Fidanza ribatte: «Nessun dialogo ci potrà essere tra il Comune e gli ex occupanti del Cox 18 e di altri centri sociali protagonisti dei gravi episodi di devastazione che la città ha subito sabato scorso». Se verrà comprovato il valore storico dell’archivio, «è giusto che il Comune provi a salvarlo, ma l’unico interlocutore possibile è la famiglia. Non si dialoga con chi usa strumentalmente la cultura per legittimare un’occupazione abusiva». Con una nota, nel pomeriggio Finazzer ha precisato: «Sto facendo il possibile per mettermi in contatto con i familiari di Moroni, una volta ascoltati loro cercheremo di trovare una soluzione affinché l’archivio non vada disperso e quali spazi del Comune possono essere adatti».

Oggi il Cox 18 depositerà in Tribunale un ricorso per la riapertura del centro sociale. A favore, c’è già la lettera-appello firmata tra gli altri dalla figlia di Primo Moroni, Maysa, Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi e Bebo Storti.

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