Asili, mamme in allarme per i posti al nido

Sono ancora in attesa i genitori milanesi che vogliono mandare i loro bambini all'asilo nido. Le graduatorie dovevano uscire il ventun maggio, poi il ventotto e, invece, ancora nulla. Da Palazzo Marino dicono che tutto è pronto, giustificano l'attesa con la necessità di fare verifiche incrociate per garantire il maggior numero di posti. «In passato abbiamo atteso anche fino a Luglio, - racconta Francesco Salioni dell'associazione Chiedo Asilo - l’anno scorso è stata la prima volta che il Comune è stato puntuale».
Nel 2005 a Milano si contavano 12.000 lattanti e 23.000 bambini tra i 12 e 24 mesi. I posti negli asili nido comunali però, erano solo 7.500, così ripartiti: 7.100 nei nidi veri e propri, 370 nei micro nidi e i restanti dati in appalto alle strutture private. Come fare per aggiudicarsi uno di questi pochi posti? La trafila per i genitori milanesi è iniziata già a fine febbraio. «Il primo passo è stato chiamare il call center - spiega Valentina, mamma di Giulia, un anno e due mesi - ma i primi giorni era impossibile trovare la linea libera. Al quarto finalmente sono riuscita a prenotare il colloquio per l’iscrizione vera e propria». La graduatoria viene stilata incrociando le tre preferenze date dai genitori, i moduli Isee, cioè gli appositi modelli che attestano la posizione economica, e altri fattori che danno ulteriori punti, come ad esempio il fatto di avere altri figli nella medesima struttura. «Il passaggio dal call center è inutile e comporta una spesa superflua - denuncia Salioni -. Spesso la gestione viene data in appalto a ditte esterne al Comune, così rispondono persone di Lecce o altre città italiane che non sanno nulla di Milano». Superato il primo scoglio, i problemi non si esauriscono: «In attesa delle graduatorie - racconta Maria, mamma di Pietro, un bellissimo bambino nato il dicembre scorso - abbiamo dovuto iscriverlo in un asilo privato perché i posti a disposizione nelle strutture migliori si esauriscono velocemente. A settembre ricomincerò a lavorare, i nonni vivono lontano e dovevo trovare per forza una sistemazione per Pietro». Un’esigenza comune a tante mamme milanesi, che non possono rinunciare al proprio impiego. Si sa, domanda chiama offerta e così negli ultimi cinque anni i nidi privati si sono triplicati: da cinquanta nel 2002 agli attuali centocinquanta. «Aprire un nido è un business - chiarisce Grazia Chierici, presidentessa di Assonidi - ma noi amiamo definirci imprenditori etici perché abbiamo una visione di qualità, non commerciale». Le rette variano da struttura a struttura ma in media, si attestano intorno ai 550 euro mensili.

«A Milano l’eccellenza è nel pubblico», sentenzia Salioni, ma la presidentessa di Assonidi si difende: «Non si può generalizzare. Per mantenere alti i nostri standard chiediamo al Comune di essere un interlocutore privilegiato, per confrontarci sul piano qualitativo».

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