In Germania gli uomini possono rimanere incinti

Una parlamentare regionale dei verdi, Susan Sziborra-Seidlitz, sostiene in parlamento che “in teoria” un uomo possa portare avanti una gravidanza nel peritoneo

In Germania gli uomini possono rimanere incinti
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“In teoria, un uomo può portare avanti una gravidanza... nel peritoneo”. Sembra il prologo di un racconto satirico o il dialogo surreale di un romanzo distopico. Invece è ciò che ha pronunciato, con serietà chirurgica e tono da superiorità morale, la deputata tedesca dei Verdi, Susan Sziborra-Seidlitz, in aula parlamentare a Magdeburgo il 13 giugno scorso. Non in un talk show. Non in un tweet. Nel Parlamento regionale della Sassonia-Anhalt. Davanti a un microfono e con tanto di legittimazione democratica.

La teoria woke spiegata con tono clinico

L’occasione era un dibattito con l’AfD, durante il quale la Sziborra ha messo in scena il perfetto spettacolo dell’ideologia woke in versione legislativa. Un mix di attacchi ideologici, vittimismo scientifico, venerazione accademica per i testi di Judith Butler – il Mein Kampf del woke – e un’esibizione di sarcasmo intellettuale che culmina nel paradosso finale.

Alla domanda provocatoria ma diretta dell’opposizione "Quanti generi esistono e un uomo può avere figli?" la deputata risponde così:

“La risposta alla prima domanda è 42. Sempre 42”.

42 è un riferimento al romanzo di fantascienza “Guida galattica per autostoppisti”, dove si dice che “42” sia la risposta a tutte le domande dell’universo. Invece di chiarire, la deputata si rifugia in uno stanco nonsense ironico, per poi arrivare al clou:

“La risposta alla seconda domanda potrebbe turbarvi. Ma sì, in teoria un uomo può portare avanti una gravidanza, nel peritoneo.”

E continua:

“La difficoltà è che il peritoneo non è irrorato come una placenta, e una gravidanza del genere durerebbe al massimo sette mesi. Il bambino probabilmente non sarebbe vitale. È teoricamente possibile. Ma praticamente non si dovrebbe provare.”

Judith Butler e la Gendermedizin

Questa dichiarazione surreale non è isolata, è il frutto di un’intera visione del mondo. Sziborra parte in quarta contro l’AfD, accusandoli di voler “cancellare la scienza”, e lancia un’ode accorata alla medicina di genere (Gendermedizin), ai corsi di femminismo, alla storia delle donne, alle università come baluardi della verità woke.

In un crescendo ideologico, dichiara:

“Voi non rispettate Judith Butler... ma le sue teorie sulla costruzione del genere sono fondamentali come quelle di Marx, Weber o Adorno”.

E dunque eccoci arrivati, la biologia non è più una scienza naturale, ma un campo di battaglia culturale.

L’utero nella mente

Il messaggio è chiaro, non esistono più limiti oggettivi. Se la teoria dice che un uomo può essere incinto, allora il problema è chi osa dubitarne. Poco importa se la realtà biologica dice altro. Basta un pizzico di letteratura accademica, un’ombra di sarcasmo e l’appoggio politico giusto e ogni dogma naturale diventa “superabile”.

Il caso Sziborra-Seidlitz ci mostra dove porta l’ideologia se spinta al suo estremo. L’utero non è più un organo biologico, ma un’idea fluida, trapiantabile, teoricamente installabile in ogni corpo pensante. Magari nel peritoneo, come suggerisce la deputata.

L’identità è autopercettiva. Il limite è offensivo. Il corpo è flessibile. La scienza è una proposta tra le altre. E se dici “non ha senso”, sei già sospettato di “odio costituzionale”.

Siamo di fronte all’utopia che sfida la logica

Con le lenti dell’ideologia woke, tutto è possibile. Infiniti generi, uomini incinti, scienza ridotta a fiction accademica. Il problema non è l’assurdo. Il problema è che si pretende di normalizzarlo, finanziarlo e insegnarlo come verità oggettiva.

E mentre i cittadini cercano

risposte concrete su sanità, lavoro e scuola, il Parlamento discute se l’utero può migrare nel ventre maschile.

Già. Teoricamente possibile. Come no. Anche volare agitando le braccia, in fondo, è "teoricamente" fattibile.

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