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Macron, un Napoleone poco credibile, la poesia esiste. Le parole della settimana

Macron, un Napoleone poco credibile, l'Italia si oppone e continui ad opporsi, la disfatta dell'università di Torino, una pistola per Giorgia Meloni, la Turandot suona male a New York, qualcuno si è accorto che la poesia esiste ogni giorno

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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana visti attraverso un filtro a colori.

Macron, un Napoleone poco credibile

E così il presidente francese Macron, invece di lavorare per un cessate il fuoco e per la pace in Ucraina, si diverte a fare lo spaccone, si fa ritrarre mentre tira pugni a un sacco e ricorda che la Francia è una potenza nucleare e che potrebbe anche mandare truppe a combattere contro la Russia in Ucraina. Sarà che la cancel culture non ci vuole far ricordare il passato, ma basterebbe raccontare la fine che ha fatto Napoleone quando si è messo contro la Russia per rendere ridicole queste sue affermazioni. Non fosse che questa volta sulla barca ci siamo anche noi e il resto dell'Europa, che se seguissimo lo spavaldo Macron rideremmo poco e rischieremmo di sacrificare una generazione di europei per una guerra che gli europei non vogliono. Speriamo che Macron si renda conto della differenza tra il sacco a cui tira pugni nella sua palestra di lusso e il mondo reale, dove gli umani sanguinano e muoiono.

L'Italia si oppone e continui ad opporsi

Per fortuna i deliri di Macron non hanno attecchito in Italia. Giorgia Meloni, i ministri Tajani e Crosetto e molte altre voci anche della società civile sono stati tassativi nell'escludere completamente questa strada. Non serve un dottorato in scienze geopolitiche per capire che se una potenza nucleare provoca un'altra potenza nucleare come la Russia tutto il mondo è un passo più vicino al baratro della guerra mondiale. La Russia ha tutti i mezzi nucleari per radere al suolo tutte le capitali europee in un colpo solo. Veramente vogliamo rischiare questo? Noi occidentali stiamo trattando con i peggiori dittatori del mondo, con Hamas e se potessimo tratteremmo anche con il diavolo. È arrivato il momento di mettere da parte tutto il resto e di arrivare alla via diplomatica.

La disfatta dell'università di Torino

1700 docenti italiani chiedono la sospensione del bando per la cooperazione tra istituzioni italiane e israeliane in materia di ricerca scientifica. A Torino squadre di studenti, animati dalla narrazione cosiddetta filopalestinese, hanno fatto irruzione in una seduta del senato accademico, che poi ha deciso di partecipare a un bando di cooperazione con Israele. Guardacaso. In Italia non sono un problema le cooperazioni con nessun paese al mondo, anche quelli che si macchiano dei peggiori crimini, il problema è solo la cooperazione con Israele. Si chiama antisemitismo, è strisciante e sta invadendo larghe fasce della popolazione italiana.

Una pistola per Giorgia Meloni

Per capire il clima di violenza che si sta creando in questo paese e che può sperimentare chiunque provi a cercare un dialogo su un qualunque tema, basta vedere cos'è successo al Senato, dove uno studente “antifascista” ha fatto il gesto della pistola a Giorgia Meloni. Arroccata su posizioni ideologiche che difficilmente reggerebbero alla forza del confronto, c'è un'intera generazione che sta scegliendo l'opzione della violenza. Senza dialettica il pensiero muore. Dobbiamo lottare perché la dialettica resti ancora possibile.

La Turandot suona male a New York

L'Occidente che odia se stesso è veramente insopportabile. A New York mettono in scena la Turandot, ma con una nota che avverte che l'opera potrebbe essere potenzialmente offensiva perché “piena di contraddizioni, distorsioni e stereotipi razziali”. E aggiungono: “Non dovrebbe sorprendere che molti paganti di origine cinese abbiano avuto difficoltà a guardare mentre la loro stessa eredità veniva cooptata, feticizzata o dipinta come selvaggia, assetata di sangue o arretrata”. Questo puritanesimo colpevolista ha davvero l'odore di una civiltà fattasi cadavere.

Qualcuno si è accorto che la poesia esiste ogni giorno

Ma almeno il 21 marzo si è celebrata la giornata mondiale della poesia, quel dono che il divino non ha mai smesso di elargire all'umano e che continua a unire con le parole la terra e il cielo. L'Italia è un popolo di santi, di navigatori e di poeti. Soprattutto di poeti. E a quanto pare, stando a ciò che racconta Davide Rondoni sul suo profilo instagram, il ministero della cultura ha appena preso l'impegno perché la poesia condivisa rientri nelle arti sostenute dal ministero.

Era ora, grazie al ministero, grazie a Davide.

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