"Israeliani non benvenuti". Manifesti choc a Milano

La denuncia del consigliere Daniele Nahum: "Un'operazione degna dei fascisti degli anni Trenta"

"Israeliani non benvenuti". Manifesti choc a Milano
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Ancora un attacco alla comunità israeliana, ancora una scritta che indigna. Nelle ultime ore sono spuntati dei manifesti in alcune strade di Milano con una scritta che non lascia grandi margini di interpretazione: "Israeli not welcome", ossia "Israeliani non benvenuti". Un messaggio orripilante, che ci riporta a periodi bui della storia.

Il primo a denunciare la presenza dei manifesti è stato Daniele Nahum, consigliere comunale di Azione che li ha fotografati nei pressi della stazione della metropolitana di via Tolstoj (M4). "Milano è tappezzata di cartelli con la scritta 'gli israeliani non sono i benvenuti'. A prescindere da chi guidi i governi degli Stati, siano essi democratici o meno, affiggere cartelli discriminatori contro una qualsiasi nazionalità è un'operazione degna dei fascisti degli anni Trenta" le sue parole su Instagram: "Denuncerò questa azione in tutte le sedi opportune. Stiamo ovviamente facendo la segnalazione all'Amsa". I cartelli sono stati individuati anche in via Soderini e via D'Aviano, al confine del quartiere ebraico.

Purtroppo non si tratta del primo episodio, a testimonianza del clima pesante attorno agli israeliani per quanto sta accadendo in Medio Oriente, in particolare a Gaza. Appena un mese fa, sempre a Milano, è apparso un cartello in lingua ebraica affisso alla vetrina di una merceria di via Statuto, con la scritta "i sionisti israeliani non sono i benvenuti".

Nell’ultimo periodo sono cresciuti esponenzialmente i casi di esercizi commerciali che boicottano gli israeliani. Dai ristoranti agli hotel, passando per università e cinema. Restando a Milano, impossibile non ricordare la mancata proiezione al cinema Orfeo del docufilm “Liliana”, dedicato alla Segre.

Il motivo? Il timore di attacchi dopo quanto accaduto ad Amsterdam, dove alcuni tifosi israeliani erano stati aggrediti. E ancora, la cancellazione del convegno sullo Stato ebraico alla Statale. Nessun caso isolato, ma una campagna di sabotaggio mirata. E vergognosa.

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