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Ragù cannibale e cattivi esempi ai fornelli

Sconvolgente la provocazione di una nota food blogger spagnola che ha deciso di cucinare gli spaghetti alla Bolognese aggiungendo parte del suo menisco creando un ragù cannibale

Ragù cannibale e cattivi esempi ai fornelli

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Ragù cannibale e cattivi esempi ai fornelli

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Qualche settimana fa ha destato grande scalpore la vicenda della famosa foodblogger vegana che cucinò e mangiò di fronte a milioni di follower del glicine, vegetale famoso per essere altamente tossico in alcune sue parti. Un comportamento pericolosissimo, sia per sè stessi che soprattutto per i numerosi fan che spesso seguono i foodblogger come se fossero vere guide spirituali.

Il mondo di questi guru social del cibo è vasto e variopinto e non smette mai di stupire. Un mondo che purtroppo cela anche sorprese in grado di farmi non solo contrariare ma addirittura disgustare se non proprio inorridire. Leggendo tra i vari articoli in rete ho trovato una notizia che mi ha letteralmente scioccata. Una foodblogger spagnola, con un vastissimo seguito, ha raccontato ai suoi accoliti della cena proibita che ha avuto l'idea di cucinarsi. Reduce da una operazione al menisco ha pensato bene di utilizzare la cartilagine asportata per prepararsi un ragù cannibale da gustare con gli spaghetti. Forse ottenebrata dal malsano affanno di escogitare il contenuto virale tanto atteso ha deciso di compiere quello che trovo un atto disgustoso, che travalica il confine.

Qui torna in campo il concetto, a me caro, del dovere di responsabilità da parte di chi è seguito da innumerevoli persone. Sono certa che la stragrande maggioranza degli spettatori sia rimasta come me disgustata da questo gesto che non esito a definire esecrabile. Esiste però il rischio concreto che qualcuno sia rimasto incuriosito, affascinato dall' idea di assaggiare la carne umana, anche se è la propria. In certe menti potrebbe nascere il desiderio di replicare quanto visto o ascoltato su Instagram o TikTok e magari pensare di procurarsi questa carne così particolare per provare la stessa esperienza della guru tanto amata. Un desiderio che in qualcuno potrebbe diventare così ossessivo da portarlo a compiere atti terribili, il meno grave dei quali sarebbe l'automutilazione. La carne umana non si mangia!

Sicuramente qualcuno pur di andare controcorrente potrebbe argomentare di come il cannibalismo sia stato per millenni praticato dagli esseri umani, come documentato storicamente e antropologicamente. Non si possono mettere sullo stesso piano le pratiche di cannibalismo rituale degli aztechi o di altri popoli antichi o ancora di qualche sperduta tribù di cacciatori di teste del Borneo con la velleità di una food blogger a caccia di notorietà. Non si possono mettere sullo stesso piano la disperazione e lo spirito di sopravvivenza di chi durante guerre e naufragi ha compiuto gesti estremi cibandosi dei propri compagni morti o di parti del proprio corpo con l' insensata provocazione di chi va a caccia di like e visualizzazioni.

Concludo però fiduciosa nel fatto di sapere che fortunatamente esistono tante foodblogger che invece portano avanti la loro attività con coscienza e dando il buon esempio.

Consiglio a tutti ma proprio a tutti..

se volete cercare la ricetta per un buon ragù guardate i video dei tantissimi foodblogger e chef che con competenza, serietà e buonsenso condividono il loro amore per la cucina con i loro seguaci.

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