Ci manca solo l’aumento del biglietto del tram. Percarità. Eppure le dichiarazioni del presidente della Mm, Lanfranco Senn, hanno seminato il panico. La sua è stata solo una proposta, lanciata durante un incontro sulla «Mobilità intensa, differenziata, socialmente sostenibile» all’Ambrosianeum. Ma è bastata per sollevare un vespaio e scatenare un coro di no. Come, dopo l’Ecopass pure i rincari Atm?
«Potremmo portare il biglietto del tram da un euro a 1,05 o 1,10 euro - propone Senn -. Significa rinunciare a un caffè per coprire l’aumento su nove biglietti del tram». Sì, è vero che 10 centesimi non cambiano la vita a nessuno. Ma meglio spenderli per un caffè che per prendere il metrò.
Per Senn «è meglio piuttosto far pagare meno a chi non può permetterselo. Non ci si rende conto che tenere bloccate le tariffe dei mezzi ha conseguenze in termini di efficienza e che comunque i costi non pagati da chi usa i mezzi devono essere coperti dalla fiscalità generale, cioè da tutti». Tenere fermo il prezzo del biglietto, secondo il presidente di Mm, «è demagogico. In alcuni casi paghiamo di più il cambio delle scarpe per il consumo delle suole che un abbonamento ai mezzi pubblici». E si crea «un circolo vizioso: con tariffe così basse non si riescono a pretendere investimenti per migliorare il servizio, ma con un servizio così inadeguato non si può chiedere l’aumento delle tariffe».
Il ragionamento, nella teoria, non fa una piega. Certo è che un aumento del biglietto dei mezzi pubblici risulterebbe alquanto impopolare. Il presidente di Atm, Elio Catania, non si pronuncia. Ma parla con i fatti e rispedisce al mittente la proposta. La sua azienda, non più tardi di due settimane fa, ha presentato la ricetta per la lotta contro il caro prezzi: blocco delle tariffe e agevolazioni a studenti e anziani con sconti sul costo degli abbonamenti. Il prezzo del biglietto quindi rimane a un euro. Non un centesimo di più.
L’assessore milanese alla Mobilità, Edoardo Croci, liquida in poche parole le polemiche. «Senn - commenta - è un professore ed è libero di fare le sue considerazioni. La sua è l’opinione di uno studioso e le opinioni sono del tutto libere». Altra cosa invece sono le decisioni politiche e in questo momento nei progetti del Comune di Milano non c’è nulla di più lontano dell’aumento delle tariffe. «Non ci sarà nessuna modifica nelle linee comunali - taglia corto Croci -. Il Comune ribadisce la sua volontà di non aumentare le tariffe urbane». A vantaggio dei milanesi e di chi arriva a Milano per lavorare.
«Non è proprio il momento di aumentare le tariffe - sostiene Marilena Adamo, capogruppo dell’Ulivo in Comune -. Certo, il Comune di Milano non può nemmeno continuare a chiedere prestazioni aggiuntive ad Atm se è lui a metterci la differenza. È vero che il biglietto dei mezzi a Milano è uno dei più bassi, ma è stata una scelta».
Come l’assessorato alla Mobilità ha ribadito più volte, il congelamento delle tariffe costa ad Atm, e quindi al Comune di Milano, azionista al 100 per cento dell’azienda di trasporti, qualcosa come 3 milioni di euro.
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