"Entro il 2030 le sigarette saranno pezzi da museo". La sfida per un futuro senza fumo

Philip Morris International punta ad ottenere il 50 per cento dei ricavi netti da prodotti smoke-free nel 2025 e guarda ai Paesi emergenti. Il Ceo Jacek Olczak: "Entro il 2030 ci dimenticheremo delle sigarette"

"Entro il 2030 le sigarette saranno pezzi da museo". La sfida per un futuro senza fumo

Neuchâtel (Svizzera) – "Se tutti gli attori coivolti sostenessero il cambiamento e l'innovazione, in alcuni Paesi già entro il 2030 ci dimenticheremo delle sigarette, anzi potremmo pensare di convertire parte di questo palazzo in un museo dove esporle nelle teche". L’amministratore delegato di Philip Morris International, Jacek Olczak, è sicuro che nel giro di qualche anno tirare fuori l’accendino dalla tasca e far bruciare il tabacco sprigionando la classica nube di fumo grigio sarà un gesto desueto. Una scena destinata a rimanere immortalata nei vecchi film, mentre nelle strade delle nostre città di sigarette se ne vedranno sempre meno.

Da quasi dieci anni nel complesso che si affaccia sulle acque calme del lago di Neuchâtel, nella Svizzera francofona, conosciuto da tutti come The Cube, centinaia di scienziati provenienti da ogni parte del mondo studiano il modo per ridurre il più possibile i danni provocati dal fumo. È qui, nel centro di ricerca e sviluppo della multinazionale del tabacco, che sono nati i primi dispositivi senza combustione. Prodotti innovativi che si sono scontrati negli anni con una buona dose di scetticismo, ma che secondo un corpus crescente di evidenze scientifiche possono rappresentare una scelta migliore per chi continuerebbe a fumare le classiche sigarette.

"Ci sono analisi e ricerche indipendenti che lo dimostrano", spiega Olczak citando Galileo Galilei. "Anche lui non fu compreso nonostante parlasse sulla base di evidenze scientifiche". Il messaggio che arriva dal quartier generale di Philip Morris in Svizzera è chiaro: "Se non fumi non iniziare. Se fumi, smetti. Se non smetti cambia". Dal 2008 per costruire un futuro senza fumo sono stati messi in campo più di 9 miliardi di investimenti in ricerca e sviluppo sulle alternative senza combustione. "Si tratta di prodotti che producono dipendenza perché contengono nicotina e che non sono privi di rischi, – precisano dall’azienda – ma rappresentano una scelta di gran lunga migliore delle sigarette per i milioni di adulti che altrimenti continuerebbero a fumare".

"Tutelare la salute dei consumatori e avere un impatto positivo sulla società" è tra i principali obiettivi della multinazionale, che entro il 2025 si propone di ottenere il 50 per cento dei ricavi netti da prodotti smoke-free e di commercializzare questi dispositivi in 100 Paesi, portando a quota 40 milioni il numero di fumatori tradizionali che passeranno ai prodotti alternativi. Il Ceo fa l’esempio del Giappone, dove in sette anni il 30 per cento dei consumatori di sigarette ha optato per il tabacco riscaldato. "Ora dobbiamo far sì che questa tecnologia sia accessibile anche ai Paesi in via di sviluppo, offrendo un prodotto poco costoso ma che allo stesso tempo non scenda a compromessi sul livello tecnologico e di riduzione del rischio", annuncia Olczak durante la quinta edizione di Technovation, la rassegna in cui vengono presentate le ultime novità in termini di innovazione.

Non solo i dispositivi che riscaldano gli stick di tabacco, ma anche sigarette elettroniche "intelligenti" e connesse, e sacchetti per uso orale a base di nicotina che ricordano lo snus, il tabacco da masticare diffuso in Svezia e Norvegia. Proprio nei giorni scorsi è arrivato l’annuncio del piano da 16 miliardi di dollari per l’acquisizione di Swedish Match, azienda svedese specializzata in questo settore. Le autorità che riconoscono il ruolo che i prodotti alternativi alle sigarette possono giocare per la salute pubblica sono sempre di più. La Food and Drug Administration americana ha messo nero su bianco che i dispositivi innovativi possono essere "parte della soluzione". Il Public Health England punta su queste tecnologie per offrire una valida alternativa a chi non riesce a smettere di fumare. La stessa posizione è stata assunta dal ministero della Salute di Atene e da quello neozelandese.

"Crediamo che un numero crescente di governi riconoscerà i benefici dei prodotti senza fumo per gli uomini e le donne che altrimenti non smetterebbero di fumare", sostiene il vice presidente delle Global Communications di Pmi, Tommaso Di Giovanni, auspicando l’arrivo di una regolamentazione generale sul tabacco. "Essere neutrali in questo campo, non prendere una posizione equivale a scegliere di lasciare sempre più persone aggrappate alle sigarette", incalza il collega Stefano Volpetti, che dal 2021 guida il ramo degli Smoke-Free Products. Sul lago di Neuchâtel tutti sono convinti che sarà difficile fermare questa rivoluzione tecnologica. La storia, del resto è piena di esempi.

Oggetti che oggi diamo per scontati e che ci hanno cambiato la vita, dall’aeroplano al frigorifero, sono stati inizialmente accolti con sospetto. Ci sono voluti decenni perché le cinture di sicurezza progettate da un ingegnere meccanico della Volvo, lo svedese Nils Bohlin, venissero adottate in tutto il mondo.

"Quante vite sarebbero state salvate se questa innovazione fosse stata accolta prima?", si domanda il vice presidente per la comunicazione globale, che traslando il problema all’industria del tabacco ne fa una questione di "buon senso contro ideologia".

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