Stellantis, Filosa scarica Mirafiori & C

Il ceo partenopeo: "Sono europeo, Francia fondamentale, piano di 1.400 assunzioni"

Stellantis, Filosa scarica Mirafiori & C
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Il ceo di Stellantis, Antonio Filosa, promette e prende tempo sul futuro produttivo del gruppo in Italia e, come contentino, annuncia 400 assunzioni a Mirafiori dove sta per partire la linea della nuova Fiat 500 ibrida. Ma la doccia gelata arriva in queste ore allorché il top manager di origini partenopee pone gli interessi francesi subito dopo quelli degli Stati Uniti. E l'Italia? Resta a guardare. E il presidente di Stellantis, John Elkann? L'affermazione di Filosa, della quale ora i sindacati metalmeccanici che lo hanno appena incontrato prenderanno atto, ha senz'altro ottenuto l'ok da parte del nipote di Gianni Agnelli.

I fatti: programmati investimenti per 13 miliardi di dollari negli Usa e inondate di promesse le rappresentanze dei lavoratori italiani, Filosa si è quindi seduto al tavolo con le organizzazioni francesi che nelle scorse settimane avevano espresso non poche preoccupazioni sul destino degli impianti e dei relativi occupati. Risultato: «La Francia rappresenta il secondo Paese per Stellantis, in termini di fonte di profitti nel mondo e il primo Paese in Europa. Inoltre, è fondamentale per il successo di Stellantis e della regione Europa. Il gruppo vi investe di più, con oltre 2 miliardi di euro nel 2025 (lo stesso importo annuale degli ultimi anni), e 3 miliardi per la transizione energetica, in totale, nell'ultimo quinquennio», le parole del ceo riportate dall'agenzia Afp.

Ma non è tutto. Dulcis in fundo, ecco un piano di assunzioni per 1.400 dipendenti a tempo indeterminato nel 2026 (700 quadri e altrettanti tra operatori e operai specializzati). Filosa ha poi assicurato che il tessuto industriale non sarà toccato e che non ci saranno chiusure di stabilimenti. «Io sono italiano e, quindi, europeo», ha poi tenuto a sottolineare.

Sembra quasi che il top manager abbia anche voluto tranquillizzare il suo predecessore, Carlos Tavares. Nel presentare il suo libro Un pilota nella tempesta, l'ex ceo portoghese che ha trovato la fortuna tra Renault, Psa e quindi Stellantis, si era detto preoccupato sul domani del Paese che ha contribuito a renderlo ultramilionario. «Durante il mio mandato - così Tavares - ho sempre avuto a cuore gli interessi francesi che, con la mia uscita, potrebbero non essere più tutelati». Filosa, a questo punto, lo avrebbe tranquillizzato. E come l'ex ceo di Stellantis, lo stesso che gli ha lasciato una pesantissima eredità (soprattutto in Italia), pone in testa alle priorità, dopo Detroit, proprio Parigi.

Su una questione, sempre più centrale, Filosa prende le distanze dalla strategia che ha visto Tavares insistere per poi essere costretto a le valigie: le normative green Ue. «Sono molto sbagliate sulle auto e ancora di più sui furgoni - avverte in un dibattito a Parigi -: Stellantis potrà effettuare maggiori investimenti in Europa solo se il divieto di vendita delle auto a benzina verrà allentato e i costruttori europei saranno liberi di innovare in tecnologie diverse da quella puramente elettrica».

Ferrari, intanto, a poche settimane dal Capital markets day, ha comunicato i conti del terzo trimestre con un positivo riscontro in Borsa: +3,2% a 350,70 euro. Tra luglio e settembre i ricavi netti sono stati di 1,76 miliardi (+7,4%) con consegne totali pari a 3.401 unità. Quindi, utile operativo a 503 milioni (+7,6%) con un margine del 28,4% e utile netto in crescita del 2% (382 milioni).

Il ceo Benedetto Vigna: «Sui prodotti continuiamo a offrire la massima libertà di scelta in

termini di propulsione. In qualità di leader, ci assumiamo la responsabilità di dimostrare che la nostra interpretazione della tecnologia elettrica, espressa dalla Ferrari Elettrica, sarà ancora una volta fonte di innovazione».

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