
"Lo Stato non può essere assente dall'ambizioso progetto della moneta digitale". È questo il pensiero di Fabio Panetta, Governatore della Banca d'Italia, intervenuto durante la seconda giornata della Conferenza internazionale "Young Factor 2025", un dialogo tra giovani, economia e finanza, promosso dall'Osservatorio Permanente Giovani-Editori, in partnership con Intesa Sanpaolo, che si tiene a Milano, a Palazzo Mezzanotte. L'expresidente dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, ha partecipato al panel organizzato all'interno della sede della Borsa di Milano intitolato "Le sfide del nostro secolo: la moneta nell'era digitale".
Ma non si può non partire dalla strettissima attualità con gli attacchi missilistici tra Israele e Iran. La guerra sembra essere "solo" locale, senza un'escalation, "ma il rischio è questi episodi possano scappare di mano e provocare degli esiti nefasti", afferma Panetta. Dal punto di vista geopolitico, invece, "stiamo assistendo alle conseguenze della fine dei sistemi multilaterali, con l'ingresso invece di quello multipolare". In questo contesto di "crescita di tensioni", la strategia messa in campo da Donald Trump e il suo "atteggiamento molto aggressivo" verso l'Unione europea "sembra poco razionale", ma per cercare una logica si deve guardare alla "competizione fra Usa e Cina", prosegue il governatore di Bankitalia, tenendo anche conto che non c'è esempio nella storia economica del passato di alcun Paese che abbia "prosperato chiudendosi al commercio internazionale".
Il tentativo dell'amministrazione Usa sembrerebbe quindi quello di "cercare di rescindere il rapporto fra Cina e Russia" e, visto che la "Ue ha avuto verso Mosca un atteggiamento molto fermo dopo l'invasione dell'Ucraina" allora Trump, che cerca di "rileggitimare a livello internazionale la Russia", ha questo "atteggiamento molto aggressivo". A proposito del capo della Casa Bianca, spostando l'attenzione sul tema dei dazi, Panetta mette ulteriormente in guardia: "Non si prospera chiudendosi al commercio internazionale". Questo perché "l'idea di isolarsi e non accogliere studenti e scienziati mi sembra autolesionista e i dazi non risolvono i problemi della bilancia dei pagamenti. Non c'è esempio nella storia economica del passato di alcun Paese che abbia prosperato chiudendosi al commercio internazionale. Non è mai successo e non succederà nemmeno questa volta".
Ritornando all'argomento proposto dal dibattito in platea, Panetta ritiene che l'euro digitale sia necessario per "mantenere la sovranità della Ue" ed evitare che, "in mondo sempre più digitale dove i contanti sono sempre meno utilizzati, non ci sia più una moneta di banca centrale". Secondo l'ex direttore generale della Banca d'Italia "un mondo di free banking è vulnerabile a schock e instabilità ripetute". Viene quindi ricordato come la moneta sia una caratteristica essenziale della sovranità ricordando l'esempio di Carlo Magno che alla nascita dell'impero unificò le varie monete.
Con l'euro digitale ci saranno "le stesse garanzie e zero rischi delle momete attuali" di carta. "In un mondo che cambia e dove si usa sempre più lo smartphone - ha concluso il governatore - anche la Bce deve tenere il passo".