
Gli scienziati dell'Università di Hiroshima (HU) hanno scoperto che un batterio che provoca la parodontite, il Porphyromonas gingivalis, può fluire nel sangue e infiltrarsi nel cuore. Qui provoca un accumulo di tessuto cicatriziale (fibrosi) e distorcendo l'architettura del miocardio, interferisce con i segnali elettrici e aumenta il rischio di fibrillazione atriale. Lo studio è stato pubblicato su "Circulation".
La fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è un'aritmia ectopica sopraventricolare, cioè una profonda alterazione del ritmo cardiaco che ha origine negli atri, le cavità superiori del cuore. Si stima che nel mondo colpisca circa 33 milioni di individui, in particolare anziani di sesso maschile. Di questi 2,2 milioni negli Stati Uniti e 4,5 milioni in Europa.
Questo disturbo comporta una compromissione della capacità contrattile del miocardio poiché, quando è in atto, il battito diventa irregolare (la frequenza si attesta su valori compresi tra 100 e 175 battiti al minuto) e le stesse contrazioni del muscolo si fanno più rapide. Di conseguenza viene meno la capacità del cuore di pompare in maniera corretta il sangue nei vari distretti corporei.
La fibrillazione atriale e l'infiammazione gengivale
I medici hanno notato da tempo che le persone affette da parodontite sono più incline a soffrire di problemi cardiovascolari. Quando le cellule immunitarie presenti nelle gengive si radunano per combattere l'infezione, i segnali chimici che rilasciano possono inavvertitamente penetrare nel flusso sanguigno. In questo modo alimentano l'infiammazione sistemica che può danneggiare gli organi lontani dalla bocca.
I ricercatori hanno altresì scoperto che nel muscolo cardiaco, nelle valvole e persino nelle placche arteriose è presente il DNA dei batteri orali nocivi. Tra questi il Porphyromonas gingivalis ha attirato particolarmente l'attenzione per il suo ruolo sospetto nell'avvento di malattie sistemiche, tra cui l'Alzheimer, il diabete e alcune forme tumorali. Il patogeno ha la capacità di insinuarsi nell'atrio sinistro e di scatenare la fibrillazione atriale.
Lo studio
Per simulare il modo in cui Porphyromonas gingivalis causa la fibrillazione atriale, gli scienziati hanno creato un modello murino utilizzando il ceppo aggressivo W83 del batterio. Hanno poi diviso i topi maschi di 13 settimane in due gruppi. A quelli del primo è stato introdotto il ceppo nella polpa di un dente. Quelli del secondo, invece, non erano infetti. Ciascun gruppo è stato uleriormente suddiviso in sottogruppi e tutti sono stati osservati per 12 o 18 settimane al fine di monitorare i rischi cardiovascolari legati ad un'esposizione prolungata.
La stimolazione intracardiaca (una tecnica diagnostica per l'aritmia) non ha rilevato alcuna differenza nel rischio di fibrillazione atriale tra roditori infetti e non infetti a 12 settimane. Tuttavia, entro la diciottesima settimana, i test hanno dimostrato che gli animali esposti al patogeno avevano sei volte più probabilità di sviluppare ritmi cardiaci anomali, con un tasso di inducibilità della fibrillazione atriale del 30% rispetto a solo il 5% nel gruppo di controllo.
La presenza del batterio nell'atrio cardiaco
Per capire se il loro modello replicava accuratamente la parodontite gli studiosi, esaminando le lesioni della mascella, hanno individuato carie della polpa dentale e microascessi causati da Porphyromonas gingivalis. Il batterio è stato anche riscontrato nell'atrio sinitro del cuore, dove il tessuto era diventato rigido e fibroso.
Usando l'amplificazione isotermica mediata da loop per rilevare specifiche firme genetiche, il team ha confermato che il ceppo del patogeno che avevano introdotto era presente nel cuore. Al contrario, i topi non infetti avevano denti sani e nessuna traccia dello stesso nei campioni di tessuto cardiaco.
Dodici settimane dopo l'infezione, i roditori esposti a Porphyromonas gingivalis mostravano già più cicatrici cardiache rispetto alle loro controparti non infette. A diciotto settimane la percentuale delle cicatrici era salita al 21,9%, suggerendo che il batterio potrebbe non solo innescare un danno cardiaco, ma anche accellerarlo nel tempo.
La pericolosità del batterio
Questa connessione preoccupante non è stata riscontrata solo nei roditori. In uno studio umano separato, gli scienziati hanno analizzato il tessuto atriale sinistro di 68 pazienti con fibrillazione atriale sottoposti a cardiochirurgia. Anche lì è stato trovato il Porphyromonas gingivalis e in quantità maggiori nei soggetti con gravi malattie gengivali.
Precedenti ricerche hanno evidenziato che il patogeno è in grado di invadere le cellule ospiti e di eludere la distruzione da parte degli autofagosomi, l'equipaggio di spazzatura cellulare. Tale capacità di nascondersi all'interno delle cellule suggerisce la possibilità che Porphyromonas aggiri le difese immunitarie e inneschi un'infiammazione sufficiente a causare danni.
Secondo gli studiosi l'uso dello spazzolino e del filo interdentale, assieme ai controlli dentistici regolari, può proteggere la salute del
cuore. Il team sta ora lavorando per rafforzare la collaborazione interdisciplinare tra medici e dentisti nella prefettura di Hiroshima per migliorare le cure cardiovascolari.Leggi anche:
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