
Il potassio alto, o iperkalemia, è una condizione caratterizzata dalla presenza nel sangue di valori superiori a 5,0 mEq/l di questo minerale fondamentale per il corretto funzionamento dell'organismo. Talvolta ci si accorge dell'anomalia solo facendo un prelievo ematico. In alcuni casi la stessa si manifesta con sintomi che variano per intensità da individuo a individuo. Quali sono e in che modo si può intervenire? Scopriamolo insieme.
Cos'è il potassio e a cosa serve
Come già detto, il potassio è un sale minerale coinvolto in numerosi processi fisiologici. Esso, ad esempio, favorisce l'azione degli enzimi coinvolti nel metabolismo cellulare, contribuisce a mantenere un ritmo cardiaco e una pressione arteriosa normale, regola il pH e la pressione osmotica. Ancora è necessario per la conduzione degli impulsi nervosi e per la contrazione dei muscoli.
Il corpo non è in grado di produrre il potassio in maniera autonoma, pertanto viene introdotto con l'alimentazione. Lo si trova soprattutto nei vegetali freschi (carciofi, spinaci, zucchine, patate, cavoli, pomodori), nella frutta (banane, avocado, kiwi) e nei legumi. Tuttavia per mantenere costanti i suoi livelli, l'organismo ricorre alle riserve del minerale presenti all'interno delle cellule.
Le cause del potassio alto
Il potassio è un elettrolita, ovvero un minerale che, se sciolto nei liquidi corporei, diventa carico elettricamente. I reni hanno il compito di eliminarne l'eccesso con l'urina, il sudore o mediante l'apparato digerente. Tuttavia, se non svolgono correttamente il loro compito, i livelli ematici di potassio aumentano. Dunque una delle cause principali dell'iperkalemia è proprio l'insufficienza renale.
Attenzione poi all'aumentato apporto che si verifica sia con una dieta ricca di alimenti contenenti potassio, sia con i trattamenti per via endovenosa in cui esso è presente (nutrizione parenterale, trasfusioni di sangue).
Non bisogna infine sottovalutare alcune patologie (diabete non controllato, problematiche cardiache, malattie ematologiche, morbo di Addison), le ustioni gravi e l'uso prolungato di determinati farmaci (FANS, beta-bloccanti, ACE-inibitori, diuretici, chemioterapici.
I sintomi del potassio alto
Generalmente nelle fasi iniziali le manifestazioni dell'iperkalemia sono del tutto assenti o quasi. Se i valori restano alti nel tempo, il paziente può accusare:
- Stanchezza
- Difficoltà respiratorie
- Debolezza e crampi muscolari
- Parestesie
- Sensazione di gambe pesanti
- Disturbi del ritmo cardiaco
- Dolori addominali con nausea, vomito e diarrea.
Cosa fare se il potassio è alto
Non esiste un unico trattamento per l'iperkalemia. Esso varia a seconda della causa scatenante. Se il potassio alto non è la conseguenza di alcune malattie (insufficienza renale, diabete, disturbi cardiaci, patologie ematologiche, morbo di Addison), si interviene modificando lo stile di vita.
In primis è essenziale ridurre l'apporto del minerale con la dieta e quindi limitare l'assunzione di tutti quegli alimenti che lo contengono. Non solo la frutta e la verdura precedentemente citate, ma anche biscotti, cioccolato, patate, ketchup, vino, birra e caffè. Meglio prediligere cibi poveri di potassio come mele, pere, uva, carote, fagiolini, melanzane, carne bianca, uova, pesce e formaggi.
Importante, infine, bere molta acqua e praticare una regolare attività fisica.
Non sono necessari allenamenti estenuanti. Basta anche solo una camminata a passo sostenuto per almeno mezz'ora. L'obiettivo del movimento è quello di consentire all'organismo di eliminare il potassio attraverso la sudorazione.