Tumore al fegato, i sintomi che non devi mai sottovalutare

Purtroppo nelle fasi iniziali la malattia è asintomatica. Spesso il dolore e la presenza di una massa a livello addominale sono i segnali più lampanti

Tumore al fegato, i sintomi che non devi mai sottovalutare
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Ancora oggi è considerato un killer silenzioso e, per chi si ammala, la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è stimata attorno al 20%. Stiamo parlando del tumore al fegato, una neoplasia provocata dalla proliferazione incontrollata di cellule epatiche anomale.

Questo organo è di vitale importanza. Una delle sue funzioni consiste nella trasformazione di qualsiasi sostanza presente nel sangue e nell'intestino in prodotto utilizzabile dall'organismo o in scarto. Esso, inoltre, produce la bile e numerosi enzimi necessari per la digestione.

Chi è a rischio di sviluppare un tumore al fegato e quali sono i sintomi a cui bisogna prestare immediatamente attenzione? Scopriamolo insieme.

I numeri

Dati alla mano, il carcinoma epatico è il quinto tumore più frequente al mondo ed è la terza causa di morte per neoplasia. In Italia si diagnosticano circa 12.200 nuovi casi l'anno di forme primarie che originano direttamente dall'organo.

Sono, invece, più diffuse le forme di cancro secondarie, ossia le metastasi che colpiscono il fegato provenendo da altri organi. Tutti possono essere colpiti, anche se sembrerebbe che per gli uomini ci sia una maggiore predisposizione.

Tipologie

Il tumore primitivo del fegato origina generalmente dagli epatociti, la popolazione cellulare più numerosa, e dai colangiociti, ovvero le cellule di rivestimento dei dotti biliari. Dunque tra le forme primitive, che ricordiamo si diffondono rapidamente all'interno dell'organo stesso, abbiamo:

  • Il carcinoma epatico: è la tipologia più frequente e si sviluppa dagli epatociti di solito dopo 20-30 anni dalla diagnosi di un danno epatico
  • Il colangiocarcinoma: si sviluppa dai colangiociti. Tale tipologia è grave e le possibilità di sopravvivenza sono scarse.

Le neoplasie epatiche secondarie si sviluppano in seguito alla colonizzazione del fegato da parte di metastasi provenienti da altri organi colpiti dal cancro: ossa, colon, stomaco, pancreas, seno, polmone. Attenzione anche al melanoma, ai linfomi e alle leucemie.

Fattori di rischio

Anche per il tumore al fegato si individuato due tipi di fattori di rischio, per la precisione non modificabili e modificabili. Tra i fattori di rischio non modificabili rientrano l'età avanzata, il genere maschile, la presenza di alcune patologie rare (malattia di Wilson, tirosinemia).

Attenzione poi all'epatite B e C, infezioni virali che nell'80% dei casi si trasformano in carcinoma. Non dimentichiamo, infine, l'emocromatosi (l'accumulo di ferro all'interno del fegato), il diabete e la cirrosi epatica.

Sono, invece, fattori di rischio modificabili: l'esposizione all'aflatossina (una sostanza chimica nociva prodotta dal fungo Aspergillus Flavus), l'abuso di alcol, il fumo di sigaretta, l'obesità.

Sintomi

Purtroppo il tumore al fegato in fase iniziale è asintomatico. La sintomatologia compare solo quando la malattia si diffonde. Essa include:

  • Dolore nella parte superiore dell'addome che si può irradiare alla schiena e alle gambe
  • Presenza di una massa a livello addominale
  • Ascite (formazione di liquido)
  • Ittero (colorazione giallastra di pelle e mucose)
  • Perdita di peso
  • Inappetenza
  • Nausea e vomito
  • Stanchezza
  • Urine scure
  • Febbre
  • Prurito

Diagnosi e trattamento

La diagnosi del tumore al fegato è complessa e, oltre l'anamnesi e l'esame obiettivo, prevede l'esecuzione di test strumentali (ecografia, TC addome, risonanza magnetica, PET, angiografia, scintigrafia), di esami del sangue specifici (transaminasi, fosfatasi alcalina, alfa feto proteina) e della biopsia epatica.

La cura varia a seconda dello stadio della malattia. Se essa è in fase avanzata, le possibilità di trattamento e di sopravvivenza sono esigue. Circa il 20% dei pazienti possono sottoporsi all'intervento chirurgico che consiste nella resezione di una parte del fegato sia in modalità mini-invasiva (laparoscopica) che tradizionale (laparotomica).

Quando l'operazione fallisce e in presenza di metastasi si può ricorrere alla chemioterapia, alla radioterapia o trattamenti ablativi locali come la chemio-embolizzazione,

l'alcolizzazione per via percutanea e l'ablazione mediante radio-frequenza. Infine il trapianto viene preso in considerazione in base a specifici criteri, i cosiddetti Criteri di Milano.

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