Blitz a Zurigo, perquisiti gli autonomi

 a Zurigo
 Perquisizioni e controlli. Le indagini sulla cellula delle nuove Brigate rosse che hanno portato all'arresto di 15 presunti terroristi, sono arrivate anche a Zurigo. La polizia cantonale ha proceduto alla perquisizione dell'appartamento di Andrea Stauffacher, l'attivista di sinistra zurighese che secondo gli inquirenti italiani avrebbe fornito appoggio al gruppo estremista. Frattanto le autorità italiane hanno messo le mani su un arsenale di armi a Torino, composto soprattutto di fucili mitragliatori kalashnikov. Stando al legale della donna, Matthias Brunner, che ha confermato all'agenzia di stampa elvetica Ats varie notizie pubblicate dalla stampa elvetica, la polizia ha compiuto una perquisizione al domicilio della sua assistita impiegando oltre una ventina di agenti. Brunner ha precisato però che la Stauffacher non è stata interrogata.
Andrea Stauffacher - considerata l'icona del movimento autonomista zurighese - è sospettata di aver fornito ai presunti terroristi contatti che hanno permesso loro di ottenere informazioni su attività criminali. Da parte sua il pubblico ministero della Confederazione ha dichiarato soltanto di aver concesso assistenza giudiziaria all'Italia. Intanto, a Torino la polizia ha sequestrato un ingente quantitativo di armi. Il gruppo armato progettava di finanziare le proprie operazioni mediante rapine o col sequestro di esponenti del mondo economico. Oggi quattro attivisti di sinistra sono stati arrestati a Milano mentre distribuivano volantini di solidarietà con i presunti terroristi. Gli attivisti fermati sono accusati di voler diffondere un'ideologia violenta. Stanotte sconosciuti hanno dato fuoco alla porta di casa di un alto responsabile della Digos - il servizio di polizia specializzato nell'antiterrorismo e nella sicurezza interna - a Padova. L'attività della Digos patavina è stata determinante per smantellare la cellule delle nuove Br.

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha dichiarato lunedì che i presunti terroristi avevano dei piani per compiere degli attentati. Tra gli obiettivi figuravano la residenza a Milano di Silvio Berlusconi, la sede del gruppo televisivo Mediaset, gli uffici della società petrolifera Eni e la redazione del quotidiano Libero.

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