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Bombe senza strategia? Non c'è comando unico alleati in ordine sparso

Azioni parallele, ma manca un comando unificato. Irritazione contro Parigi. Il protagonismo di Sarkozy avrebbe rallentato l'intervento e i primi raid francesi non sarebbero stati concordati

Bombe senza strategia? 
Non c'è comando unico 
alleati in ordine sparso

Parigi - La guerra è iniziata, ma gli alleati vanno in ordine sparso. Senza un comando unico delle operazioni. Le operazioni aeree nei cieli libici sono condotte dagli stati maggiori di Francia, Usa e Gran Bretagna "coordinati", ma non ancora centralizzati. Lo ha reso noto oggi il ministero della Difesa francese. "Non c’è uno stato maggiore centralizzato al momento - ha precisato la Difesa - ognuno utilizza i propri stati maggiori in modo coordinato". I francesi sono installati al Monte Verdun, vicino a Lione, dove l’aviazione dispone del suo principale centro di controllo della difesa aerea. Il quartier generale britannico è a Northwood, alla periferia di Londra e quello americano a Ramstein, nel sud-ovest della Germania. Tuttavia, ha aggiunto la fonte, "il quartier generale americano ha maggiore capacità di pianificazione" e ci sono collegamenti tra i tre centri, in particolare Mont Verdun e Ramstein.

Come a Suez Ogni paese impegnato nelle operazioni ha fatto fa da sé proprio come accadeva di norma prima dell’operazione Desert Storm per liberare il Kuwait dall’Iraq nel 1991, come è per esempio accaduto nella guerra di Suez del 1956. Una fonte riservata e bene informata interpellata conferma quanto emerge dalle diverse dichiarazioni nelle ultime ore. "Sono in corso operazioni militari parallele", operazioni condotte da paesi che certo si consultano ma che non rispondono a un’unica struttura di comando, ha precisato la fonte questa mattina. L’incoerenza più grande emersa di questa operazione è quella sulla natura "tecnica" dell’intervento francese iniziato ieri alle 17.45, con un raid in cui è stato colpito e distrutto un carro armato. A questo primo raid, ne sono seguiti altri, tutti mirati a veicoli blindati delle forze fedeli a Gheddafi. Spiega la fonte: la dottrina che regola un intervento aereo prevede, prima di tutto di dissuadere o distruggere la contraerea, per il tempo necessario all’intervento dei bombardieri. Poi, di procedere per colpire gli obiettivi veri e propri. "Ieri i francesi hanno sollevato il moschetto dalla punta della baionetta, pur di poter non coinvolgere nessuno" si commenta.

Alleati contro la Francia I primi raid aerei francesi che alle 17.45 di ieri hanno dato il via all’intervento militare contro la Libia non sono stati coordinati con gli altri Paesi alleati. Lo rende noto il New York Times, citando una fonte diplomatica di un Paese della Nato, per cui alcuni leader ieri a Parigi non hanno nascosto il loro disappunto per tale accelerazione che ha fatto seguito alla decisione di Parigi di prevenire, già venerdì, un accordo in sede Nato per l’intervento che avrebbe così potuto iniziare un giorno prima.

Il protagonismo di Sarkozy Il quotidiano americano parla infatti di un certo nervosismo fra alcuni dei paesi coinvolti nell’operazione per l’insistenza della Francia nel voler organizzare il vertice di ieri a Parigi per concordare le modalità dell’attuazione della risoluzione 1973 approvata giovedì sera dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tale riunione, spiegano le fonti diplomatiche del New York Times, avrebbe rallentato l’avvio delle operazioni militari, che invece era necessario accelerare per scongiurare l’ingresso delle forze di Gheddafi a Bengasi, un’accusa che i francesi hanno respinto, attraverso le parole del portavoce del ministero degli esteri, Bernard Valero.

Venerdì, la Francia ha di fatto costretto la Nato a sospendere il suo intervento fino a dopo la riunione di Parigi.

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