Economia

Boom delle conciliazioni: 5mila in un mese. «Riparte la macchina della giustizia»

Convegno a Milano dopo l'entrata in vigore del decreto del ministro Alfano sulla mediazione. I vantaggi per i cittadini e l'impatto positivo sulle cause civili arretrate: 5,6 milioni a giugno 2010. Gli esperti: «Risparmiare tempo è diventato fondamentale»

Già 5.070 mediazioni in un solo mese dall'entrata in vigore dell'obbligatorietà della conciliazione. E si prevede un incremento fino a 30mila cause al mese nel giro di un anno. Potrebbe essere la chiave giusta per risolvere alcuni problemi legati al nostro sistema giudiziario ingolfato, visto che stando ai dati del ministro Alfano sarebbero 5.698.054 le cause civili in arretrato al 30 giugno 2010.
Se ne è parlato nei giorni scorsi a Milano al convegno «La conciliazione e gli studi legali», incontro organizzato dallo Studio legale La Scala in collaborazione con Resolutia, l'associazione di professionisti nel settore delle Adr. Un dibattito incentrato principalmente sul ruolo della mediazione e su come gli avvocati possano essere favoriti dalla collaborazione con Organismi di conciliazione.
Ne è emerso un quadro generale sul Decreto Ministeriale 180 del 2011 per dare risposte ai dubbi degli addetti ai lavori, invitati a guardare alla mediazione come un partner e non necessariamente come un nemico. Come sottolineato dall'avvocato Giuseppe La Scala, senior partner dello studio legale omonimo, «bisognerebbe agire anche sulla mentalità della popolazione. Il compito dell'avvocato è quello di aiutare il cliente nella scelta migliore per lui, e la mediazione rientra appieno in questo. La mediazione sta diventando un vero e proprio business, per questo diventa utile affidarsi ad un organismo serio e competente». E Maurizio Di Rocco, socio fondatore di Resolutia, aggiunge: «Se consideriamo le tempistiche di una causa legale, possiamo sicuramente affermare che la mediazione è assolutamente vantaggiosa. Come dice il ministro Alfano, risparmiare tempo è diventato essenziale. Una lite condominiale in tribunale può durare anni e andare a ledere i già deboli rapporti tra le due parti, mentre una conciliazione può, proprio per le sue caratteristiche di fondo (appunto mediare), migliorare i rapporti, cercando una soluzione comune e condivisa».
Il decreto punta sull'obbligatorietà di mantenere il segreto professionale (clausola che favorisce un rapporto di fiducia nei confronti del mediatore) e sulla possibilità per le aziende che si affidano alla mediazione di non mettere in evidenza situazioni che potrebbero danneggiarne la reputazione.
Con l'occasione sono stati anticipati anche i contenuti del progetto, già attivo, sulla gestione delle controversie transfrontaliere in via telematica, nato e voluto da Resolutia in collaborazione con partner nazionali e internazionali, nell'ambito del Programma generale finanziato dall'Unione Europea Civil Justice 2007-2013, nella sezione del programma «Fundamental Rights and Justice», patrocinato dal Ministero della Giustizia della Bassa Sassonia e dal Ministero della Giustizia polacco. Spiega l'avvocato Paola Ventura, partner dello studio legale La Scala: «Resolutia ha implementato una piattaforma online che permette di risolvere la controversia anche tra cittadini di diverse città e diverse nazioni. È infatti possibile, attivare una mediazione a distanza. Se un cittadino italiano si trova a dover affrontare una controversia con un cittadino straniero può rivolgersi a Resolutia che, dopo aver incaricato un suo mediatore abilitato per questo genere di controversie, prenderà contatti con un mediatore partner dello Stato straniero e attraverso una co-mediazione formulerà una proposta di risoluzione per il raggiungimento di un accordo utile a entrambe le parti».
Il tema della mediazione transfrontaliera verrà approfondito i prossimi 20 e il 21 ottobre 2011 a Firenze nella prima conferenza internazionale, organizzata da Resolutia in collaborazione con le due società di consulenza Culture.

communication e Steinbeis Beratungszentrum Wirtschaftsmediation, patrocinata dal ministero della Giustizia polacco e della Bassa Sassonia.

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