Boom di stranieri: in 30 anni 185mila in più

L’integrazione? Sì a quella «sostenibile». Altrimenti ci si riempie la bocca di parole facili e si dimenticano i costi sociali, economici e i problemi legati alla sicurezza che finiscono per pesare sulle spalle dei Comuni. Il vicesindaco Riccardo De Corato aggiunge l’aggettivo «sostenibile» alla parola «integrazione»: «Investire nell’integrazione è uno slogan facile - dice - guardiamo ai fatti: in pratica questo fenomeno significa costi sociali, economici e per la sicurezza sempre più alti: la via d’uscita non è dire sì o no all’ immigrazione, ma l’immigrazione sostenibile». De Corato ha commentato così l’ultima relazione del servizio statistica: negli ultimi trent’anni Milano ha perso il 32 per cento degli italiani. «I circa 9000 nuovi residenti stranieri iscritti all’anagrafe nei primi 7 mesi del 2010 a fronte di una perdita di 2 mila italiani riflette un trend che nel lungo periodo ha numeri che dovrebbero farci interrogare sul futuro della nostra città - afferma il vicesindaco - In 30 anni Milano ha perso il 32 per cento degli italiani e contemporaneamente gli stranieri sono cresciuti dell’835 per cento. Ovvero è stata svuotata di 528mila milanesi (da 1.663.361 a 1.105.310) gonfiandosi di 185mila stranieri (da 22.238 a 208.021)».
Il concetto dell’immigrazione sostenibile è stato ribadito anche da Gian Carlo Blangiardo, ricercatore della Fondazione Ismu. Che ha sottolineato come «i ritmi di crescita della presenza di stranieri sono troppo alti rispetto alla capacità del sistema di rispondere adeguatamente». E dunque se si vogliono integrare gli immigrati «poiché le risorse sono comunque limitate, bisogna mettere in atto per il futuro il concetto di immigrazione sostenibile». De Corato cita il ricercatore come voce «super-partes»: «Con questi numeri - aggiunge - è evidente che non si può transigere sull'immigrazione clandestina. Il cui costo sulla sicurezza è altissimo se si pensa che nelle città del Norditalia (dunque anche a Milano) 8 reati su 10 tra extracomunitari sono commessi da irregolari come ha rilevato il capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli. E i rimpatri promossi da Sarkozy dei rom romeni nullafacenti, che hanno fatto tanto scalpore, in realtà sono ispirati sempre al concetto di immigrazione sostenibile. Perché è bene ricordare che sono attuati in base a una precisa direttiva europea. Che prescrive l'allontanamento, dopo 3 mesi di soggiorno, di chi non è in grado di autosostenersi e sfugge all’anagrafe vivendo da “clandestino”.

A tutela dunque degli Stati membri che poi devono sopportare i costi sociali ed economici determinati da chi non ha alcuna voglia di integrarsi, non lavora e vive di illeciti. Milano, che ha operato 306 sgomberi dal 2007, auspica pertanto che questa prassi venga ripresa e potenziata come ha anche promesso il ministro dell'Interno Maroni».

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