Bpu fredda su Lombarda, guarda a Bpm

da Milano

Dopo due giorni di fuochi d’artificio momento di riflessione ieri in Borsa per i titoli bancari. Tutti (con almeno una eccezione significativa) hanno chiuso in negativo: da Popolare di Milano (-1,63%, dopo la corsa delle ultime sedute) a Bpi (-0,73%), da Intesa (-0,54%) e Sanpaolo (-0,39%), fino a Unicredit (-0,6%) e Capitalia (-0,76%). Uniche in controtendenza Verona e Novara (0,28%) e soprattutto Bpu che ha chiuso con un brillante +1,78%.
Per quanto riguarda l’istituto bergamasco, le indiscrezioni, riprese ieri dall’agenzia Apcom, parlano di uno stallo dei contatti con il gruppo Banca Lombarda e di un interesse sempre più pronunciato per Bpm. I colloqui in corso sull’asse Brescia-Bergamo starebbero incontrando forti difficoltà soprattutto per ragioni di governance: in Bpu vale il voto capitario, la regola per cui ogni socio ha diritto a un voto, a prescindere dalle azioni detenute.
I soci stabili di Banca Lombarda, prima di dare il via all’operazione avrebbero chiesto garanzie su un ruolo di primo piano nella holding di controllo della nuova banca che nascerebbe dall'accordo. Una richiesta, al momento, non accolta in Bpu. Meno problemi da questo punto di vista darebbe un accordo tra Bpu e Bpm. Il modello di governance utilizzabile sarebbe quello dell’istituto bergamasco: una holding di controllo a cui fanno capo le diverse banche federate, Popolare di Bergamo, Popolare Commercio e Industria, Popolare dell’Adriatico.

Si risolverebbero così anche i problemi della Popolare di Milano che, non essendo riuscita a conquistare la Bpi anche per l’opposizione dei sindacati interni, rischia di trovarsi strategicamente isolata sul mercato. Con l’unica alternativa di un accordo con la Banca popolare dell'Emilia Romagna, recente rivale per Bpi.

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