
La Rerum Novarum ha fatto storia: quando viene pubblicata, nel maggio del 1891, questa Lettera enciclica sulla questione sociale segna, per i decenni a venire, quella che è definita la «dottrina sociale» della Chiesa cattolica. Il suo autore è Leone XIII, che era stato eletto al soglio pontificio nel 1878 e che all'epoca dell'enciclica aveva già 81 anni (era infatti nato a Carpineto Romano nel 1810; muore a Roma nel 1903): un Papa insomma non giovanissimo, eppure pronto ad affrontare un tema spinoso come la questione operaia e le problematiche sociali che si erano aperte nel corso dell'Ottocento, a seguito della rivoluzione industriale e della definitiva ascesa della borghesia. E che, con la sua Rerum Novarum, si occupa davvero di «cose nuove»: così nuove che la Chiesa ancora oggi discute di questi temi... E non solo la Chiesa.
La Rerum Novarum è tornata di stretta attualità con l'elezione del nuovo Papa: infatti l'8 maggio scorso, quando si è affacciato in piazza San Pietro per la prima volta, Robert Francis Prevost (foto) si è annunciato con il nome di Leone XIV. Il successore di Papa Francesco ha scelto di richiamare proprio il Pontefice che, più di centoventi anni fa, per primo aveva tentato di conciliare cristianità e modernità, attraverso ben 86 encicliche in 25 anni di pontificato. E quindi, per conoscere meglio questo predecessore così significativo per la storia della Chiesa e dei suoi rapporti con la società, HarperCollins e Libreria Editrice Vaticana ripropongono la Rerum Novarum in una nuova edizione (pagg.
110, euro 10; introduzione di Aldo Cazzullo): socialismo e operai, famiglia e Stato, diritti sindacali, difesa del lavoro e della proprietà privata, limiti e natura dell'intervento dello Stato, relazioni tra le classi sociali... Se tutto ciò vi suona familiare, è perché, in effetti, è attualissimo.