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Caso Cucchi, Alfano: "Non doveva morire"

Il Guardasigilli riferisce in Senato sulla morte del detenuto 31enne: "Ora accerteremo i responsabili e li puniremo". La procura valuta l'accusa di omicidio colposo per i medici del Pertini

Caso Cucchi, Alfano: "Non doveva morire"

Roma - "Si doveva evitare che morisse. Uno Stato democratico assicura alla giustizia e può privare della libertà chi delinque, ma nessuno può essere privato del diritto alla salute". Questa l'assunzione di responsabilità del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, riferendo in Senato in merito al caso di Stefano Cucchi, il detenuto morto all’alba di giovedì scorso. "Ecco perché - aggiunge - il governo è in prima linea per accettare la verità. Tutte le nostre energie sono impegnate per accertare chi, anche con atteggiamento omissivo, abbia portato a questo tragico evento". Alfano, dopo aver riferito sulle circostanze che hanno portato al ricovero di Cucchi, fino al giorno della sua morte per cause ancora da appurare, sottolinea in aula al Senato che "sono due le grandi tranche" dell’inchiesta in corso da parte della procura di Roma: "Una riguarda le lesioni subite da Cucchi, per valutare se siano provocate o accidentali, l’altra - afferma Alfano - riguardo un’eventuale mancata alimentazione".

Non volle informare i genitori Cucchi "ha manifestato ai sanitari la volontà di non rilasciare notizie sul suo stato di salute ai genitori". Lo ha detto il ministro della Giustizia al Senato. Il Guardasigilli dice: "In base alle notizie che mi sono state comunicate dall’amministrazione penitenziaria i familiari di Cucchi per due volte si sono recati presso la struttura penitenziaria dell’ospedale Sandro Pertini" per parlare con il giovane. Ma in entrambe le occasioni, "è stata rappresentata loro la necessità di munirsi di permesso di colloquio". Quanto al "diniego" sempre opposto ai familiari di incontrare i sanitari per avere informazioni sullo stato di salute del giovane, Alfano spiega che "si è data applicazione all’accordo esistente con la Asl di Roma secondo cui nessuna informazione può essere data ai familiari senza l’autorizzazione del magistrato. Questo divieto può essere superato dall’autorizzazione firmata dal detenuto. Ma - aggiunge Alfano, citando alcune informazioni pervenute dal ministero della Salute - da quanto si evince dalla documentazione Stefano Cucchi ha firmato per non autorizzare alla diffusione le informazioni sulle sue condizioni di salute ai familiari".

La procura valuta l'omicidio colposo Potrebbe essere configurato l’omicidio colposo per il personale sanitario e i medici che hanno avuto in cura Cucchii. Un’ipotesi di colpa professionale su cui si stanno indirizzando le indagini dei pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy. Anche per accertare l’eventuale sussistenza o meno dei medici i magistrati hanno oggi sentito come persona informata sui fatti Aldo Fierro, primario della struttura protetta per detenuti dell’ospedale Sandro Pertini. Nel corso dell’audizione il medico, stando a quanto si è appreso, ha affermato come Cucchi abbia a tratti rifiutato l’alimentazione e come abbia firmato il divieto che la famiglia fosse informata delle sue condizioni di salute. Comunicazioni che comunque sarebbero potute avvenire solo previo via libera del tribunale, secondo quanto previsto da un protocollo d’intesa tra Asl e il Dap. Una scelta, quella di Cucchi, che sarebbe stata motivata da rapporti diventati difficili negli ultimi tempi. Stamattina i pm si sono recati nel carcere di Regina Coeli per sentire i detenuti che hanno avuto contatti con il 31enne e alcuni agenti penitenziarie. Domani intanto saranno sentiti i medici dello stesso nosocomio che ebbero in cura Cucchi. Proseguono quindi anche le indagini per fare luce sull’ipotesi di omicidio preterintenzionale volta a verificare se il 31enne sia stato picchiato. Il ragazzo nel corso dei diversi incontri con i medici, affermò di essere caduto dalle scale.

Una circostanza che però il giovane avrebbe collocato in momenti diversi, fornendo quindi versioni diverse, e in una caso riferì che le lesioni sarebbero state provate da alcuni suoi amici.

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