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The imitation game, Benedict Cumberbatch "attacca" il perdono reale a Turing

Alan Turing è stato un personaggio di spicco della storia britannica durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha avuto però un trattamento spaventoso da parte del governo. A prendere le sue difese è Benedict Cumberbatch, che lo ha interpretato in The Imitation Game

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The imitation game è il film che va in onda questa sera alle 20.55 su TV2000 e che è importante perché racconta una storia vera che permette al grande pubblico di conoscere la storia del matematico Alan Turing, che ebbe un ruolo molto importante durante la Seconda Guerra Mondiale, quando aiutò il governo inglese a decifrare alcuni messaggi dell'esercito tedesco.

The imitation game, la trama

Alan Turing (Benedict Cumberbatch) è un matematico di fama nazionale, noto anche per essere un personaggio difficile da inquadrare, con un comportamento che non sembra sposarsi alla perfezione con le regole del viver civile. Nonostante questo lo scienziato viene assunto dal governo inglese e tenuto sotto sorveglianza dal capo dei servizi segreti Stewart Menzies (Mark Strong) per cercare di decifrare Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per scambiarsi messaggi segreti durante i conflitti della Seconda Guerra Mondiale. Decodificare l macchina, però, diventa un vero e proprio incubo, perché l'esercito nazista sembra aver previsto tutto: il loro codice cambia ogni giorno, allo scoccare delle ventiquattro ore, perciò per Turing e la sua squadra è impossibile scoprire la chiave di decodifica che si aggira intorno ai miliardi di possibilità. Nella speranza di avere una squadra che sia in grado di fronteggiare una sfida di questo livello, Alan decide di lanciare una sfida: crea un cruciverba con la promessa di assumere chiunque riesca a risolverlo in sei minuti. Ed è così che Joan Clarke (Keira Knightley) entra nella sua vita.

La posizione di Benedict Cumberbatch

Nonostante abbia ricoperto un ruolo fondamentale non solo durante la Seconda Guerra Mondiale ma anche in tutto ciò che riguarda il progresso legato al mondo dell'informatica, la vita di Alan Turing non è stata affatto semplice come forse si potrebbe immaginare. Ai successi nell'ambito lavorativo, l'uomo ha dovuto alternare una vita personale fatta di segreti e atti relegati in luoghi oscuri e nascosti. Quando Alan Turing era ancora in vita, infatti, in Gran Bretagna l'omosessualità era ancora considerata un reato e non sorprende che nel 1952 venne arrestato per indecenza. La sua condanna fu quella di sottoporsi a una cura ormonale per un periodo di dodici mesi e il non poter più lavorare al Government Communications Headquarters (GCHQ). Gli effetti della cura "chimica" e l'impossibilità di svolgere il suo lavoro e di ancorarsi, in questo senso, a una delle certezze della sua vita creò delle crepe nella mente di Alan Turing che, come riporta anche Britannica, potrebbe averlo spinto al suicidio il 7 giugno 1954. In realtà non sono chiare le dinamiche della morte dello scienziato: a lungo si è anche pensato che la morte non fosse avvenuta per l'intento di togliersi la vita, ma a seguito di un incidente. In realtà, però, la cura per "curare" l'omosessualità venne percepita come un atto talmente barbarico che, come si legge sulla BBC News, nel 2013 la Regina Elisabetta gli concesse il perdono reale postumo. E proprio su questo argomento si è espressio il protagonista Benedict Cumberbatch. In un'intervista rilasciata a Usa Today, in occasione proprio dell'uscita di The Imitation Game l'attore diventato famoso grazie alla sua interpretazione in Sherlock, ha in qualche modo attaccato il perdono reale. L'attore, infatti, ha detto: "L'unica persona che dovrebbe perdonare qualcuno è lui. Si spera che il film faccia emergere quanto straordinario [Alan Turing] fosse come essere umano e quanto spaventoso sia stato il trattamento subito da parte del governo.

È una pagina vergognosa e davvero irrispettosa della nostra storia."

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