Previdenza e pensioni

Ecco a chi finisce la metà delle nostre pensioni

Quasi la metà dei pensionati italiani è "coperta" dal denaro versato da chi guadagna una cifra superiore a 35mila euro lorde l'anno: ecco il meccanismo derivato dalle pensioni di assistenzialismo

Ecco a chi finisce la metà delle nostre pensioni

In attesa della tanto desiderata riforma del sistema pensionistico, un allarme è stato lanciato dall'Osservatorio di Itinerari Previdenziali: poco meno della metà di chi non fa più parte del mondo del lavoro riceve dall'Inps pensioni di assistenza che vanno a gravare enormemente sulle spalle dei contribuenti.

Quali sono i numeri

Su poco più di 16 milioni gli ex lavoratori, circa 7 milioni e 277mila di loro sono assistiti: come scrive Libero, di questa fetta ben definita il 44% riceve prestazioni del tutto assistenziali, il 56% fa invece parte degli invalidi di lavoro. Negli ultimi anni (2008-2021), i numeri dell'assistenzialismo sono esplosi passando dai 54 miliardi di euro nel 2008 a ben 144 miliardi nel 2021 a cui bisogna aggiungere altri 11 miliardi per le assistenze sociali tra i Comuni. Questi numeri dimostrano che il denaro impiegato nella spesa sociale ha raggiunto quello stesso delle pensioni ma che, se queste ultime sono il frutto dei contributi che hanno versato i lavoratori nel corso del tempo, le spese per l'assistenza sono totalmente finanziate dai contribuenti che hanno un guadagno maggiore di 35mila euro lordi ogni anno.

Povertà in aumento

La notizia negativa è che nel corso degli anni la forbice tra spese assistenziali, redditi, Irpef e Pil si è allargata a dismisura con la prima voce che è cresciuta a un ritmo elevatissimo. Nonostante questi esborsi, il tema su chi vive in povertà non è diminuito: se nel 2008 erano circa 2,11 milioni i poveri assoluti, nel 2019 questo numero è più che raddoppiato passando a più di 4,5 milioni prima dell'arrivo della pandemia che ha peggiorato le cose. Insomma, vengono sborsate cifre incredibili sugli assegni sociali ogni anno a italiani e stranieri (circa 4,18 miliardi) mentre il computo complessivo per gli invalidi è di circa 18,2 miliardi. L'Osservatorio ricorda che a queste cifre bisogna mettere quasi 22 miliardi di euro che vanno a incrementare le pensioni minime e quelle sociali.

I pensionati degli enti pubblici

Tra i numeri in rosso spiccano anche quelli per gli ex dipendenti pubblici ai quali sono destinati poco più di 14 miliardi di euro tra oneri, quattordicesime, pensioni ex Inpdap e anche le perequazioni. Altri 5,6 miliardi vanno a vari Fondi tra cui compaiono quelli per le Ferrovie dello Stato, gli Spedizionieri doganali e quelli per i porti di Trieste e Genova. Tirando le somme, sono quasi 92 i miliardi destinati all'assistenzialismo: come abbiamo visto sul Giornale.it, adesso avremo a che fare con la nuova Quota 103 e la rivalutazione delle pensioni con circa 48 miliardi in più nell'arco di 10 anni.

Il direttore dell'Osservatorio, Alberto Brambilla, ha anche posto l'accento su un altro discorso: intervistato da Libero, ha spiegato che in Italia esistono circa 900mila pensionati sociali di cui l'Inps e il Fisco non conoscono nemmeno le generalità ma che potrebbero ricevere 600 euro mensili, una pensione quasi simile a quella di un artigiano che ha pagato le tasse e riceve circa 800 euro.

"In questo modo stiamo favorendo 4,5 milioni di pensionati che non hanno mai pagato le tasse, quasi il 30% dei 16 milioni di pensionati totali: sono stati mantenuti prima e vengono mantenuti anche adesso".

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