Cronaca giudiziaria

Aggredì il rivale con una roncola, condanna confermata per l'imputato di 97 anni

La Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione per un uomo di 97 anni. L'anziano aveva aggredito un'altra persona con una roncola, ferendola all'orecchio. E secondo i giudici, si trattava a quanto pare di tentato omicidio

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Aggredì il rivale con una roncola, condanna confermata per l'imputato di 97 anni

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Era stato condannato per tentato omicidio, dopo esser stato accusato a quanto pare di aver cercato di uccidere il rivale al culmine di uno scambio di vedute particolarmente acceso. In che modo? Lo avrebbe colpito a più riprese, provocandogli inoltre il distacco parziale di un orecchio con un colpo di roncola. E proprio nelle scorse ore, la Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione emessa in precedenza dalla Corte d'Appello di Napoli, nei confronti dell'uomo di 97 anni protagonista della vicenda in questione. Stando a quanto riportato dalla testata online CasertaNews, l'episodio si sarebbe svolto ormai più di un decennio fa a Pratella, una realtà di circa mille anime situata in provincia di Caserta. Tutto ebbe inizio in una giornata all'apparenza come tante altre, quando la persona in questione litigò a quanto sembra con un altro uomo (forse un vicino di casa).

Una discussione che sarebbe tuttavia degenerata nel giro di poco tempo. Al punto che l'uomo, dopo aver afferrato una roncola, l'avrebbe utilizzata per colpire ripetutamente il rivale, ferendolo all'orecchio. Sulla base di quanto ricostruito in un secondo momento dagli inquirenti, l'aggressione venne inoltre interrotta solo dal tempestivo intervento del figlio dell'aggredito, il quale riuscì a bloccare la furia dell'anziano mentre questi stava per sferrare un ulteriore colpo alla vittima (con quest'ultima che giaceva a terra ormai priva di conoscenza, a quanto pare). L'aggressore era quindi finito a processo e i giudici lo avevano riconosciuto colpevole sia in primo che in secondo grado, pur attenuando la pena in Appello. Nel ricorso dinanzi alla Suprema Corte, la difesa dell'imputato ha sostenuto come non fosse intenzione dell'anziano uccidere il rivale, visto che avrebbe sferrato i colpi con la parte "piatta" dell'arnese e non con quella tagliente.

Inoltre, i colpi non sarebbero stati inferti con particolare forza considerata anche la sua età, visto che l'imputato aveva all'epoca già più di 80 anni (83, per la precisione). Obiezioni che la Cassazione non ha però accolto, reputando come i giudici d'Appello abbiano correttamente valutato la condotta offensiva del 97enne che sarebbe stata finalizzata "a produrre un esito letale per la natura del mezzo utilizzato, per la zona corporea attinta, la testa, e per la distanza ravvicinata dell'aggressione". Inoltre, i colpi sarebbero stati inferti di taglio con "un movimento obliquo della roncola" e con particolare forza, "altrimenti non avrebbe prodotto il parziale distacco del padiglione auricolare". Su queste basi, il ricorso è perciò stato giudicato inammissibile.

E la Cassazione ha posto definitivamente la parola "fine" sulla storia.

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