"Anche le impronte dei piedi". Così la difesa di Stasi vuol ribaltare il caso Garlasco

I legali dell'ex fidanzato, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, tenta il tutto per tutto

"Anche le impronte dei piedi". Così la difesa di Stasi vuol ribaltare il caso Garlasco
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Chiara Poggi potrebbe essere stata uccisa da più persone. È questa l’ipotesi cui sta lavorando la difesa di Alberto Stasi, unico condannato a dicembre 2015 per il delitto di Garlasco, dopo un iter decisamente non lineare e un processo indiziario. Per questa ragione i legali dell’uomo, oggi 41enne, vogliono rileggere scientificamente tutti i reperti a disposizione.

Vorremmo fare una rivisitazione, a livello scientifico, di tutto. Anche delle impronte dei piedi - ha spiegato l’avvocato di Stasi Antonio De Rensis - come quella parziale del numero 36/37, che si ritiene femminile, in quanto pensiamo che con le nuove tecniche si possa arrivare a un esito”. L’ipotesi potrebbe non essere per nulla campata in aria, tanto più che quando a marzo 2025 Andrea Sempio, unico indagato nelle nuove indagini, è stato iscritto nel registro degli indagati, l’accusa formulata è stata omicidio in concorso con ignoti o lo stesso Stasi. Quindi anche gli inquirenti si stanno di per sé orientando verso un delitto commesso da più persone.

Come accennato, l’iter che ha portato alla condanna di Stasi non è stato esattamente lineare. Il 41enne è stato infatti ritenuto non colpevole nel primo e nel secondo grado con rito abbreviato, rispettivamente nel 2009 e nel 2011. Poi nel 2013 la Cassazione ha annullato la sentenza, disponendo approfondimenti su materiale genetico presente sulla scena del delitto (in particolare i capelli trattenuti nella mano di Chiara Poggi). Così Stasi è stato condannato a 16 anni di detenzione dapprima nel 2014 nel processo d’appello di rinvio, e la condanna è stata confermata in Cassazione l’anno successivo.

Ma non è solo per questo che parte dell’opinione pubblica è schierata dalla parte del “biondino dagli occhi di ghiaccio”, come lo tratteggiò negativamente la stampa dell’epoca. Stasi è infatti stato condannato sulla base di alcuni indizi: conosceva bene la villetta dei Poggi, possedeva più di una bici da donna come quella vista dai testimoni, calzava il numero 42 di scarpa come delle impronte rinvenute sulla scena del crimine, eppure sulle sue scarpe non c’era sangue. Inoltre alcune affermazioni rese agli inquirenti sarebbero state in contraddizione con altre.

Stasi ha già scontato 10 anni in carcere, gliene resterebbero altri 6, sempre che la sua difesa non la

spunti. È una prospettiva interessante, dato che, se da un lato gli inquirenti si sono orientati nel cercare più responsabili, le indagini a carico di Sempio non sembrano escludere a priori un ruolo a Stasi.

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