
Pasquale Linarello è un genetista, il consulente della difesa di Alberto Stasi che per primo, nel 2016, scoprì il "match" tra il dna ritrovato sulle unghie di Chiara Poggi e quello di Andrea Sempio, oggi neo indagato per l'omicidio della ragazza, nel 2007 a Garlasco. A breve la difesa di Stasi depositerà in procura a Pavia, che ha riaperto il caso con il coordinamento dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della squadra omicidi, una nuova consulenza per chiedere approfondimenti biologici sull'impronta numero 33, attribuita a Sempio, e che si trova sulla parete destra delle scale che portano alla cantina di villa Poggi.
Dottor Linarello, l'impronta 33 era stata oggetto dell'analisi del Ris nel 2007 e dopo i risultati di due test, il combur test che diede esito dubbio, e l'Obti test, che diede risultato negativo, esclusero la presenza di tracce ematiche. Che approfondimenti volete svolgere adesso?
"La impronta 33 era stata analizzata con combur test, che è un test veloce e generico per il sangue, che di solito viene effettuato sulla scena del crimine per selezionare le tracce ematiche per i test più approfonditi e aveva dato esito dubbio. Il secondo test effettuato in laboratorio, che è specifico per il sangue, l'Obti test, è negativo. I carabinieri del ris all'epoca hanno grattato il muro, hanno asportato la parte che non era utilizzabile per le impronte che è quella cerchiata in rosso nella relazione. Quella parte non è utile per le impronte ed è stata grattata via per fare il test specifico, l'opti test. Ma abbiamo un dubbio: l'operatore che fa la ricerca delle impronte utilizzate, evidentemente resta attratto da quell'impronta. Oggi abbiamo la foto con il trattamento con la nididrina che dà il colore violaceo-rossastro. Perché l'operatore fa questo trattamento in quel punto e ritiene necessario grattare quell'impronta per fare dei test specifici? Perché lo faccia non lo sappiamo. Perché all'interno è più scura? Forse perché c'era già del materiale rossastro tipo sangue che ha reagito con la ninidrina? Stiamo riguardando ora oltre 500 foto della scena del crimine alla ricerca di una foto di quell'impronta prima del trattamento".
Quell'impronta che risultati potrà fornire?
"Sulla traccia asportata hanno fatto sia l'analisi su presenza di sangue, che l'analisi del dna. Il problema è che quando vanno a quantificare il dna nella relazione bio-dattile dell'epoca scrivono "dna inibito", perché la nididrina inibisce le fasi successiva di analisi. La nididrina dà questo problema. E si sono fermati senza analizzare il profilo genetico. Oggi vorremmo rifare il test con le nuove tecniche. Se c'è ancora la traccia già trattata con la nididrina, analizziamo la traccia, provando con strumenti di nuova generazione, con kit che sono più sensibili rispetto al 2007. Oppure analizziamo l'estratto di dna su cui è stata fatta l'analisi. La cosa migliore sarebbe ritrovare l'intonaco (magari parte dell'intonaco non è stato utilizzato tutto)".
Perché è importante l'impronta numero 10?
L'impronta 10 sarà oggetto di incidente probatorio, perché è stata trasportata con le para-adesive. La parte dattiloscopica è stata già analizzata, ma andiamo a vedere se c'è l'epidermide di chi ha lasciato l’impronta e da lì analizziamo il dna. Quella sulla porta infatti è una traccia verosimilmente di sangue, andiamo a vedere se sotto il sangue c’è l'epidermide di chi ha lasciato l'impronta. Il sangue ha fatto da inchiostro. Sicuramente c’è il sangue di Chiara Poggi ma magari c’è anche il derma di chi ha lasciato impronta e li ha lasciato il dna. L’impronta è stata confrontata dal punto di vista dattiloscopico con Stasi e Sempio e con gli amici, ma non è mai stata analizzata dal punto di vista biologico. Noi abbiamo chiesto che in sede di incidente probatorio, nel momento In cui il perito aprirà le para adesive e cercherà di estrarre il dna dalle impronte, questo venga confrontato con tutte le persone coinvolte e tutti quelli che possono essere di interesse investigativo".

Come avverrà questa analisi?
"Se il dna delle tracce ematiche è dello stesso quantitativo del sangue di Chiara Poggi, troveremo un profilo misto. Ma se il dna di Chiara è in abbondanza, sarà difficile in linea teorica trovare il dna di una femmina, qualora ci fosse. Ecco perché il quesito si è concentrato sull'analisi del cromosoma Y, che indica i soggetti maschili, e sarà confrontato con tutti i soggetti coinvolti nell'inchiesta".
Lei fu il primo nel 2016 a trovare il match tra il dna sotto le unghie di Chiara e il dna di Sempio. Che cosa ne pensa della nuova indagine?
"Credo che se tutte le attività che oggi sta conducendo la procura di Pavia in maniera egregia, le avesse fatte la procura nel 2016 molti dubbi li avremmo risolti all'epoca.
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