
Venerdì 4 luglio si celebra la terza giornata dell'incidente probatorio per il caso dell'omicidio di Chiara Poggi. In quel giorno dovrebbero esserci nuovi risultati in merito alle etichette para-adesive ma probabilmente anche in merito all'impronta sul telefono che nel 2007 venne repertata ma mai analizzata. Nel frattempo gli avvocati delle parti continuano ad andare in tv ma senza scoprire le carte, solo quanto basta per far capire all'opinione pubblica che l'incidente probatorio e la nuova indagine non si sono esauriti con i risultati della spazzatura, anzi.
L'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, è uno dei più presenti nei programmi televisivi per portare avanti la propria teoria difensiva verso il suo assistito, che in estrema sintesi si riduce a una linea di totale innocenza. Nell'ultima puntata di "Filo rosso", condotto da Manuela Moreno, e andato in onda su Rai 3, l'avvocato di Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per omicidio, ha messo le mani avanti: "Rispetto la sentenza, rispetto ogni pensiero della famiglia di Chiara e ho sempre detto che la mamma, il papà e il fratello possono dire quello che ritengono e io non mi permetterò mai di commentare". Detto ciò, ha anche aggiunto di aver, ovviamente, "letto le carte. Non ho dubbi. Io ho un'idea, ma un avvocato serio non deve esprimere le proprie idee. Ritengo che sulla scena fosse presente più di una persona, con ruoli diversi, però le mie idee, che ovviamente ho, me le tengo strette". Questa indagine, ha ribadito, "si deve concentrare sui fatti".
Per quanto riguarda la spazzatura, ha proseguito l'avvocato rivolgendosi alla conduttrice, "lei avrà sentito qualcuno tra gli opinionisti, per fortuna pochi, dire a gran voce che non sarebbe emerso nulla. Bene, noi abbiamo scoperto che dopo 18 anni ci possono essere tracce di Dna". Inoltre, De Rensis ci ha tenuto a ribadire che la loro linea difensiva non ha mai previsto un'opposizione mentre "l'indagato (Andrea Sempio, ndr) si è opposto a tutto, non ha dato volontariamente il Dna, non voleva che iniziasse l'incidente probatorio. Allora io dico che quel poco di Dna che sembrerebbe emergere dalla spazzatura ci deve dare fiducia". Nella spazzatura per ora è stato trovato solamente il Dna della vittima e di Stasi.
C'è una sentenza di condanna che dev'essere rispettata ma c'è anche un'indagine che dev'essere rispettata, è il pensiero dell'avvocato, secondo il quale l'indagine condotta dalla procura di Vigevano nel 2007 "è piena di errori, lacune. Unico caso nella storia giudiziaria italiana in cui c'era la firma dell'assassino.
Le quattro impronte sul pigiamino di Chiara avrebbero consentito di risolvere il caso in poche ore. Qualcuno ha permesso che il corpo, dopo essere stato fotografato dai Carabinieri, venisse voltato e immerso in una pozza di sangue".