Cronaca giudiziaria

Lo straniero tentò uno stupro. Ma un giudice lo libera, un altro non lo espelle

A Bologna, un ventenne somalo accusato di violenza sessuale, percosse e ricettazione era stato scarcerato e trasferito in un Cpr. Trattandosi di un richiedente asilo ed essendo impossibile valutarne al momento la pericolosità sociale, il tribunale di Milano non ha tuttavia convalidato il provvedimento: lo straniero non può essere espulso, al momento

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Era stato arrestato in un primo momento a Bologna nei giorni scorsi, con l'accusa di violenza sessuale, percosse e ricettazione. Era poi stato scarcerato ed accompagnato in un Cpr, per poter essere rimpatriato. Ma nelle scorse ore, il tribunale di Milano ha detto "no" dinanzi alla prospettiva dell'espulsione, in quanto allo stato attuale delle cose sarebbe impossibile stabilire con esattezza la pericolosità sociale del soggetto in questione. E così, il giovane di 20 anni originario della Somalia protagonista della vicenda non sarà espulso, per adesso. Lo riporta oggi il quotidiano Il Resto del Carlino, aggiungendo così l'ultimo capitolo ad una storia non priva di tratti surreali. Tutto è iniziato la scorsa settimana nel capoluogo dell'Emilia Romagna, quando secondo una prima ricostruzione il ventenne straniero avrebbe pedinato e palpeggiato una donna di 30 anni, tentando di violentarla.

Dopo essersi dato alla fuga, avrebbe poi preso a calci una ragazza di 20 anni, intervenuta a seguito delle urla della trentenne. Sulla base di queste accuse, dopo esser stato riconosciuto da entrambe le donne, era stato arrestato dalle forze dell'ordine. Ma già a circa ventiquattr'ore dal fermo era stato rimesso in libertà: il pubblico ministero aveva fatto notare come l'arresto non fosse avvenuto in flagranza e come non fossero emerse tracce concrete della violenza denunciata dalla vittima trentenne. Trattandosi tuttavia di un cittadino irregolare sul territorio nazionale, ne era se non altro stato disposto il trasferimento a Milano, in un Cpr, in vista dell'espulsione. Che tuttavia non si concretizzerà, perlomeno a stretto giro di posta: il tribunale meneghino non ha convalidato il provvedimento di trattenimento nel Centro per il rimpatrio e il ventenne somalo è a tutti gli effetti a piede libero.

Il motivo? Il giovane è un richiedente asilo e in virtù del suo particolare status, avrebbe a quanto pare potuto essere rimpatriato solo nel caso di una conclamata pericolosità sociale. E sul medesimo presupposto si basava il provvedimento di trattenimento nel Centro per il rimpatrio, in attesa di una decisione sull’approvazione o meno della richiesta di asilo. Un passaggio necessario per procedere poi con la valutazione su un’eventuale espulsione. Un iter interrotto tuttavia sul nascere con il tribunale milanese che, in mancanza di una valutazione della pericolosità del ventenne nel rispetto dei requisiti specifici previsti dalla legge, non ha convalidato il trattenimento. Alla luce di tutto ciò, a dispetto dell'accusa di violenza sessuale, l'indagato è tornato in libertà.

E non dovrà per il momento tornare in patria.

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