
La villetta di via Pascoli a Garlasco restituisce l'esatta dinamica di quanto accaduto il 13 agosto di diciotto anni fa, quando Chiara Poggi venne brutalmente assassinata. Come noto, l'allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di carcere, ma i nuovi sviluppi potrebbero riscrivere la storia del delitto del pavese: il nuovo indagato è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Dagli atti a disposizione emerge una ricostruzione chiara dell'omicidio: il killer aveva le mani insanguinate e si era fermato sulla soglia delle scale della cantina prima di lanciare il corpo della ventiseienne. L'autore del delitto, dunque, non ha calpestato neppure un gradino.
L'assassino di Chiara Poggi ha lasciato il suo biglietto da visita in casa con l'impronta delle "scarpe a pallini", secondo l'ultima perizia marca Frau numero 42, e in base alla ricostruzione si è mosso come qualcuno che conosceva bene quegli spazi. La dinamica dei fatti è la seguente: Chiara Poggi ha aperto la porta al visitatore e non ha avuto il tempo di reagire. "Aveva così fiducia da non fare assolutamente niente, tanto da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza nessuna pietà" quanto scritto dai giudici.
La giovane è stata colpita nei pressi dell'ingresso, ha battuto il capo ed è stata colpita ancora. Le sue mani, contratte, hanno toccato il pavimento. Poi il killer l'ha sollevata con entrambe le mani e l'ha gettata sulle scale che portano in cantina. E lo ha fatto senza scendere neppure un gradino della scala: la suola si è fermata sull'uscio. Successivamente si è diretto verso il bagno, ha raggiunto la cucina ed è infine uscito. Il corpo di Chiara si è fermato sulla scala, con la testa sul nono gradino. Sulla maglia rosa del pigiama erano presenti quattro tracce dei quattro polpastrelli insanguinati dell'assassino all'altezza della spalla sinistra. Poi, nella parte anteriore della stessa maglia un frammento di impronta palmare insanguinata. Quelle impronte non sono mai state analizzate perchè il corpo della giovane è stato girato e la maglietta è giunta al medico legale completamente intrisa di sangue.
Una cosa è certa per i giudici: l'assassino si è sporcato le mani di sangue ed ha avuto la necessità di andare in bagno a lavarsele. Da qui la presenza di due impronte sul dispenser portasapone: entrambe di Alberto Stasi. Sul tappetino dove sosta il killer sono state rinvenute le impronte delle già citate "scarpe a pallini", compatibili con il numero di Stasi ma non di Sempio (porta il 44). Per il momento, in attesa dell'incidente probatorio sul match tra il Dna di Sempio e il materiale trovato sulle unghie della vittima, secondo la nuova consulenza tecnica della Procura di Pavia nella villa di Garlasco dell'indagato c'è solo un'impronta della mano destra sulla parete delle scale che portano in cantina. Gradini che l'assassino non ha calpestato.
Nella motivazioni della sentenza di condanna del 2014, i giudici hanno affermato che Stasi avrebbe ucciso senza pietà e disprezzo Chiara Poggi diventata "per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare". La ventiseienne, "sola vittima di questo processo" è stata assassinata "dall'uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale". Sempre secondo i giudici, Stasi dopo il delitto "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto.
La condotta da lui tenuta non è stata per nulla collaborativa, ma al contrario fuorviante e finalizzata ad allontanare i sospetti dalla sua persona: ha da subito sviato le indagini ipotizzando un incidente domestico e ha progressivamente messo a disposizione degli inquirenti ciò che, nel tempo, assumeva via via qualche interesse investigativo. Non tutto però, ed in tal modo è riuscito a rallentare gli accertamenti a proprio vantaggio, anche grazie agli utili errori commessi dagli stessi inquirenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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