Cronaca giudiziaria

"Ci hanno minacciato di morte". Parla la mamma di Davide, massacrato dal rom un anno fa

Ad un anno della brutale aggressione a Davide Ferrerio, che ha portato alla condanna di un giovane rom per tentato omicidio, la madre del ragazzo oggi in stato vegetativo ha denunciato di aver subìto minacce dai familiari dell'aggressore. "Hanno detto che mi avrebbero ammazzato anche l'altro figlio"

Un primo piano di Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita lo scorso anno
Un primo piano di Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita lo scorso anno

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"Ci hanno minacciato di morte". Parla la mamma di Davide, massacrato dal rom un anno fa

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"Non ci capaciteremo mai del perché Davide sia stato ridotto in questo stato. È stato "ucciso" un ragazzo innocente, senza che lui potesse anche solo parlare. Quello che gli è stato fatto è disumano: un dolore inspiegabile, che non passerà mai". Questo lo sfogo di Giusy Orlando, madre di Davide Ferrerio, ad un anno di distanza dal brutale pestaggio del quale è stato vittima il figlio a Crotone. Il ragazzo bolognese ridotto in fin di vita dal giovane di etnia rom Nicolò Passalacqua è ormai in stato vegetativo e non si è più ripreso dalle percosse che subì, per un'aggressione dovuta com'è ormai noto ad uno scambio di persona. E Orlando si è scagliata contro l'aggressore, facendo presente oltretutto di aver ricevuto minacce di morte dai suoi familiari e di dover andare in giro con la scorta. Passalacqua è stato condannato a vent'anni e quattro mesi di carcere per tentato omicidio, per una sentenza che la famiglia Ferrerio non ha a quanto pare gradito.

"Passalacqua non doveva avere la possibilità di accedere al rito abbreviato, che gli ha permesso uno sconto di pena. Vent’anni per quello che ha fatto a Davide sono pochi - ha dichiarato la madre di Davide Ferrerio al quotidiano Il Resto del Carlino - ha distrutto per motivi inesistenti la vita di un ragazzo di vent'anni. Io mi auguro che ci siano pene molto severe anche per le altre persone coinvolte in questa vicenda, perché hanno dimostrato disprezzo nei confronti della vita di mio figlio". Non era come detto Ferrerio che il rom aveva intenzione di "punire" per aver scritto alla fidanzata allora minorenne. Davide fu com'è noto vittima di un equivoco: la "spedizione punitiva" alla quale avrebbero preso parte anche la madre della ragazza in questione e il suo compagno (per i quali è in corso il processo con l'accusa di concorso anomalo in tentato omicidio) era finalizzata ad individuare la persona che aveva chiesto alla giovanissima un appuntamento, da un account Instagram che gli investigatori avrebbero ricondotto al trentunenne Alessandro Curto.

L'unica "colpa" di Ferrerio fu quella di indossare una camicia bianca, il capo d'abbigliamento che Curto indicò in un messaggio quando, presagendo la mala parata, si allontanò dalla zona del lungomare di Crotone concordata per l'incontro. Orlando ha infine posto l'accento sul fatto che dopo l'inizio del processo, non solo i soggetti coinvolti non avrebbero a suo dire mostrato di essersi pentiti, ma alcuni parenti di Passalacqua avrebbero addirittura minacciato di morte anche lei e il fratello di Davide Ferrerio. "Non hanno dimostrato alcun tipo di pentimento finora e non lo dimostreranno mai. Anzi, Passalacqua dopo l’aggressione è andato prima a prendere da bere al bar e poi a pescare. Quando ci ha visti in aula ha riso, con scherno - ha chiosato - per non parlare di quello che è successo fuori dal tribunale di Crotone in una delle ultime udienze. Siamo stati minacciati dai suoi familiari. È mai possibile, dopo tutto quello che abbiamo passato, essere costretti ad avere la scorta perché queste persone ci minacciano? È una follia.

Mi sono sentita dire che mi avrebbero ammazzato anche l’altro figlio".

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