Nicolas Sarkozy da oggi è in libertà vigilata: lo ha stabilito la Corte d'Appello di Parigi accogliendo la sua domanda di revocare la privazione fisica personale dopo la detenzione cominciata il 21 ottobre in relazione alla vicenda dei fondi libici. L'ex Presidente della Repubblica francese ha concluso il suo periodo di detenzione cautelare nel carcere de La Santé. La Camera d'Appello penale capitolina ha quindi esaminato infatti la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati dell'ex Capo dello Stato, dandogli ragione, a condizione tuttavia che non contatti il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin e che non lasci il territorio francese: il tribunale ha deciso che "non vi è alcun rischio di manomissione delle prove, pressioni o collusione" e che quindi la custodia cautelare in carcere non è giustificata. Sarkozy aveva partecipato, in videoconferenza, all'udienza durante la quale pubblico ministero aveva chiesto che venisse rilasciato, ma sotto stretto controllo giudiziario. In mattinata aveva definito la propria detenzione come un "incubo": "È dura, molto dura", le sue parole. "Vorrei che foste convinti di una cosa: non ho mai avuto la folle idea di chiedere a Gheddafi alcun finanziamento. Non confesserò mai qualcosa che non ho fatto - aveva proseguito l'ex Capo di Stato -. Ho risposto scrupolosamente a tutte le convocazioni. Non avrei mai immaginato di conoscere la prigione a 70 anni".
"Questa prova mi è stata imposta, l'ho vissuta. È un calvario imposto. È dura, molto dura. Lascia il segno su ogni prigioniero perché è estenuante. Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento". E poi ancora: "Amo il mio Paese, la mia famiglia è in Francia, mi batto affinché la verità trionfi. Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento. E rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti". Sarkozy aveva inoltre anche "reso omaggio" al personale penitenziario, dicendo che "ha dato prova di eccezionale umanità, rendendo sopportabile questo incubo".
La scarcerazione durata tre settimane è arrivata dopo la sentenza di condanna a cinque anni di reclusione emessa lo scorso 25 settembre dal Tribunale penale di Parigi per "associazione a delinquere" in relazione al presunto finanziamento libico della campagna presidenziale del 2007. La corte aveva giustificato l'esecuzione provvisoria della pena con la "gravità eccezionale" dei fatti.
Resta il fatto che la detenzione di un ex presidente francese ha comunque rappresentato un precedente storico sia per la Repubblica transalpina sia per l'Unione europea, facendo scatenare un acceso dibattito politico: Sarkozy aveva denunciato la decisione come frutto di "odio", mentre alcuni esponenti politici l'hanno interpretata come un caso di persecuzione giudiziaria.