Cronaca giudiziaria

"Pericolo astratto". Così i giudici hanno "graziato" la band P38

Nella sentenza di Cassazione che dichiara inammissibile il ricorso dei pm, i giudici parlano di "provocazioni" della band e annotano: "Lo Stato non può nutrire timore alcuno"

"Pericolo astratto". Così i giudici hanno "graziato" la band P38

Ascolta ora: ""Pericolo astratto". Così i giudici hanno "graziato" la band P38"

"Pericolo astratto". Così i giudici hanno "graziato" la band P38

00:00 / 00:00
100 %

Il pericolo è da considerarsi "astratto se non addirittura congetturale". Così i giudici della Cassazione hanno evitato l'arresto ai componenti della band che inneggiava alle Br. Nei mesi scorsi, la Suprema Corte aveva difatti cristallizzato le tesi del tribunale del riesame del Piemonte, che a sua volta aveva respinto la richiesta della procura di Torino di disporre gli arresti domiciliari per i quattro componenti del complesso musicale, indagati per istigazione a delinquere e apologia di reato aggravavati dal carattere terroristico. Secondo gli ermellini, il ricorso dei pm era "inammissibile". Ora l'Ansa riporta le motivazioni di quella decisione.

Nella sentenza la Suprema Corte ricorda che i giudici piemontesi avevano definito i brani della P38 "odiosi ma consistenti più che altro in farneticazioni". Il tutto sarebbe dunque inquadrabile in un genere musicale (la trap) che - riporta l'Ansa - "si connota per l'utilizzo di messaggi particolarmente crudi, espliciti e molto forti". Per i giudici, inoltre, siccome "non si può escludere che si trattasse di una mera operazione artistica", il "pericolo" è da considerare "astratto se non addirittura congetturale".

Certo, a leggere i testi della suddetta band qualche preoccupazione uno poteva anche averla. "Sparo allo Stato, c'è poco da fare. Bombe sui carabinieri, bombe sui carabinieri", recita un brano. E un altro: "Siamo le nuove Br, siamo le nuove Br. Morte al Pm, in banca copro la faccia. T'ammazzo poi abbraccio tua mamma". Semplici espressioni artistiche (ma secondo noi l'arte è ben altro) o qualcosa di più? I pm al riguardo avevano ravvisato il rischio di uno "spirito di emulazione". Ma secondo i giudici non ci sarebbe questo pericolo.

Quanto all'utilizzo dell'immagine del terrorista che impugna una pistola P38, per il tribunale si tratta di "una grave e superficiale banalizzazione di un periodo storico drammatico" che è "sicuramente da censurare sotto il profilo etico e morale". Ma questo giudizio - continuano i giudici, secondo quanto si legge - non può incidere sul fatto che lo Stato "non può nutrire timore alcuno di fronte a tali provocazioni". Il ricorso della procura di Torino è stato dichiarato inammissibile perché, a detta della Corte, non si è concentrato sulle esigenze cautelari che dovevano giustificare l'arresto dei quattro. Alla luce della sentenza degli ermellini, i pm ora decideranno se continuare o meno a sostenere l'accusa.

Certo, al netto degli aspetti giudirici, colpisce la disinvoltura con cui la band nei mesi scorsi aveva deciso provocatoriamente di intitolare un proprio concerto "Apologia Vol.1".

Quasi a voler sfidare chi l'accusava di quel reato.

Commenti