Il 13 giugno sarà "guerra" sul caso Garlasco. "Possibile traccia biologica nell'impronta 33"

L'impronta attribuita a Sempio sarà al centro dell'incidente probatorio ma i periti nominati dalla procura devono lavorare sui risultati delle indagini biologiche del 2007

Il 13 giugno sarà "guerra" sul caso Garlasco. "Possibile traccia biologica nell'impronta 33"
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Il prossimo giorno cerchiato in rosso nel calendario della Procura che ha riaperto il caso di Garlasco è il 17 giugno, quando ci sarà il maxi incidente probatorio. È in quel momento che gli avvocati e i loro periti si faranno una "guerra" senza esclusione di colpi sulle perizie per dimostrare la propria teoria sull'assassinio di Chiara Poggi. Alberto Stasi è l'unico condannato per l'omicidio della sua ex fidanzata e sta quasi per concludere la sua pena detentiva. Alberto Sempio, invece, è l'unico indagato nel nuovo filone di indagini aperto dalla Procura di Pavia per accertare se la condanna di Stasi sia avvenuta al di là di ogni ragionevole dubbio o se, invece, ci sono elementi nuovi, o non correttamente interpretati del passato, che possono riscrivere il caso giudiziario.

Al centro delle perizie ci sarà anche l'ormai nota "impronta 33" trovata sul muro delle scale che portano alla tavernetta di casa Poggi dove il 13 agosto del 2007 è stato trovato il corpo di Chiara. Una delle ultime perizie ha stabilito che quell'impronta palmare è di Sempio, perché lo confermano le minuzie. Ma su quell'impronta, al momento, non c'è del sangue, quindi non è possibile collocare Sempio sulla scena del crimine. Quell'impronta, come sostengono anche gli avvocati della famiglia Poggi, potrebbe essere stata lasciata quando lui, che era molto amico di Marco Poggi, frequentava l'abitazione per giocare con la PlayStation. Ma sui suoi movimenti all'interno della casa ci sono state diverse versioni contrastanti.

Tuttavia, gli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari che difendono Stasi vorrebbero dimostrare che, invece, sulla "impronta 33" ci siano tracce biologiche. "Depositeremo una consulenza finalizzata a evidenziare una possibile traccia biologica nell’impronta", hanno dichiarato anticipando la propria strategia. Nel 2007, l'impronta venne trattata con la ninidrina, un reagente organico che viene utilizzato in una soluzione alcolica per rilevare le impronte latenti perché, legandosi con le molecole di sudore, le mette in evidenza conferendo un caratteristico colore rosso-violaceo dovuto alla formazione di un cromoforo. La difesa di Stasi sostiene che le immagini catturate all'epoca della repertazione abbiano una colorazione molto vivida, il che potrebbe essere segno di una possibile presenza ematica.

All'epoca, i test sul sangue diedero risultato "dubbio" e "negativo", il che fece escludere agli investigatori che potessero esseri tracce ematiche. Ma sono passati quasi 18 anni e il pool difensivo di Stasi è convinto che le tecnologie di oggi possano essere molto più precise. "Ci sono più strumenti sensibili al dna perché è cambiata la chimica dei reagenti", Pasquale Linarello, genetista di parte di Stasi. "Chiederemo alla procura di svolgere una serie di approfondimenti su alcune impronte in casa Poggi, inclusa la numero 33. È di interesse anche la numero 10, quest’ultima già oggetto dell’incidente probatorio e, in ipotesi, attribuibile a un’altra persona che ha partecipato al crimine", ha aggiunto.

L'impronta 10 non ha una firma e si cercherà di trovarla, mentre i periti indicati dalla procura, Denise Albani e Domenico Marchigiani, dovranno lavorare sulle analisi dei reperti biologici di allora, oltre che sul materiale repertato nel 2007.

Se verranno trovate tracce biologiche, queste saranno messe a confronto con i profili di Sempio, Stasi e delle gemelle Paola e Stefania Cappa, ma anche con quelli di Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti.

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